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Attualità

A Ragusa un incontro per ricordare Giovanni Spampinato

La richiesta di verità e giustizia dopo 53 anni dall'omicidio del giornalista

Redazione Ragusa

03 Novembre 2025, 14:30

14:50

A Ragusa un incontro per ricordare Giovanni Spampinato

Un momento della iniziativa tenutasi al Bam

Si è svolto ieri, presso la sala del Bam al Parco Giovanni Paolo II di Ragusa, l’incontro “Spampinato. La verità difficile”, promosso dai Giovani Democratici e dal Partito Democratico di Ragusa in occasione del 53° anniversario dell’assassinio del giornalista Giovanni Spampinato, ucciso nel 1972 mentre indagava su ambienti neofascisti e trame eversive nella Sicilia orientale.
L’iniziativa, moderata da Federico Androne, segretario dei Giovani Democratici di Ragusa, ha visto gli interventi di Salvatore Spampinato, fratello di Giovanni, del giornalista del TgLa7 Carmelo Schininà, autore della recente inchiesta “Ragusa ’72. La Sottile Linea Nera” pubblicata su La Sicilia, e del giornalista Angelo Di Natale.
Al centro del dibattito, la riapertura del caso Spampinato, richiesta alla Procura di Ragusa da Salvatore Spampinato sulla base dei nuovi elementi emersi dalle indagini giornalistiche di Schininà.

Documenti inediti, perizie e testimonianze rimaste sepolte per decenni delineano oggi una verità radicalmente diversa da quella fissata dalle sentenze dell’epoca: l’omicidio di Giovanni non fu un delitto d’impeto, ma un’esecuzione politica inserita in una rete di contrabbandieri, neofascisti e apparati deviati dello Stato, in quella che le nuove ricerche definiscono come una “trama nera” nella Sicilia orientale dei primi anni Settanta.

Il movente si lega alle inchieste che Spampinato conduceva sul delitto dell’ingegnere missino Angelo Tumino, ucciso otto mesi prima del cronista, mentre stava trattando un traffico di reperti archeologici e fondi neri con personaggi collegati a esponenti dell’estrema destra e della criminalità organizzata.

Secondo l'inchiesta di Schininà, Spampinato stava smascherando un filo politico eversivo che univa Ragusa, Siracusa e Reggio Calabria, anticipando temi e meccanismi che sarebbero poi esplosi negli anni della strategia della tensione.
“Ricordare Giovanni Spampinato significa ricordare che la verità non è mai neutra - ha detto Federico Androne - un atto di coraggio civile e politico. Giovanni pagò con la vita la sua scelta di non piegarsi ai silenzi e alle connivenze, di raccontare un Sud che voleva essere libero e moderno".


"Oggi, a 53 anni dal suo assassinio - ancora Androne - la sua storia ci parla ancora: ci chiede di non smettere di cercare la verità e di difendere la libertà di stampa come fondamento della democrazia”.
“Le nuove inchieste giornalistiche e la richiesta di riapertura del caso - aggiunge il segretario dem Riccardo Schininà - dimostrano che in questa vicenda non c’è solo la memoria di un uomo, ma un pezzo di verità negata al Paese. Spampinato fu vittima di un disegno politico e criminale che intrecciava la destra eversiva, la mafia e settori deviati dello Stato. Denunciare tutto questo oggi significa riaffermare una cultura della legalità e della trasparenza che dobbiamo continuare a difendere, in Sicilia come in tutta Italia. Ringraziamo Carmelo Schininà per l'enorme lavoro di ricerca che da quasi tre anni sta portando avanti illuminando una storia troppo a lungo rimasta prigioniera dei "si dice" e depistaggi”.

Per il Partito Democratico e i Giovani Democratici di Ragusa, il ricordo di Giovanni Spampinato non è mera commemorazione, ma un impegno attivo per la verità, la libertà d’informazione e la giustizia.