il fatto
Trapani, emergenza carcere: «Strutture molto fatiscenti e voragini negli organici»
La Ulpa Polizia Penitenziaria lancia l’allarme dopo l'ennesima aggressione a due agenti penitenziari
Dopo il nuovo episodio di violenza nel carcere “Pietro Cerulli” di Trapani, con due agenti rimasti feriti durante un’aggressione, i sindacati degli agenti di Polizia Penitenziaria tornano a denunciare la necessità di un immediato intervento. Si tratta infatti dell'ennesimo episodio critico che si registra all’interno della struttura.
La Uilpa Polizia Penitenziaria Sicilia, attraverso il segretario generale Gioacchino Veneziano, torna a segnalare un contesto operativo ormai diventato insostenibile.
“Il lavoro degli agenti è pericoloso e amplificato da condizioni strutturali fatiscenti, sovraffollamento e voragini negli organici – ha dichiarato Veneziano – occorrono norme che rafforzino la legittimità delle azioni di servizio e strutture dedicate ai detenuti recidivi che ostacolano i percorsi di recupero”.
La denuncia non è nuova. Già lo scorso luglio i sindacati avevano consegnato al prefetto Daniela Lupo un dossier dettagliato sulle criticità del carcere, corredato da una lettera dei Magistrati di Sorveglianza di Trapani indirizzata al ministro della Giustizia Carlo Nordio e ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Una iniziativa scaturita dalle fortissime tensioni che si erano verificate pochi giorni prima, quando una ventina di detenuti avevano provocato una vera e propria rivolta, aggredendo e ferendo diversi agenti.
Nel documento consegnato alla prefettura si parlava di condizioni “indecenti” nei reparti Mediterraneo e Tirreno, quest’ultimo trasformato in sezione di isolamento dopo la chiusura del reparto Blu, ma privo delle caratteristiche idonee a svolgere tale funzione.
La situazione logistica, già precaria, è aggravata da una cronica carenza di personale. I sindacati contestavano i dati ufficiali forniti dal Dap, ritenuti lontani dalla realtà quotidiana vissuta dagli agenti, costretti a operare in condizioni di rischio elevato.
Dopo l'incontro sono andati via rincuorati, ma sapendo che deve essere l'amministrazione nazionale ad intervenire per cancellare le attuali criticità. Il riferimento è ad aggressioni, ferimenti e turni insostenibili: “Sono ormai all’ordine del giorno - dicono i sindacati - mentre i diritti contrattuali dei lavoratori vengono sistematicamente disattesi”.
L’obiettivo è che venga riconosciuta la reale portata dell’emergenza che affligge il carcere trapanese e si adottino misure efficaci a tutela della sicurezza degli operatori e della dignità del lavoro penitenziario.