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la sentenza

B&B e affitti brevi, torna l'obbligo del riconoscimento diretto: stop al self check in

il pronunciamento del Consiglio di Stato che però apre alla tecnologia e alle video chiamate: cosa cambia per gestori e viaggiatori in questa complessa battaglia giuridica

Fabio Russello

21 Novembre 2025, 18:20

B&B e affitti brevi, torna l'obbligo del riconoscimento diretto: stop al self check in

Il Consiglio di Stato ha annullato le sentenze del Tar del Lazio emesse a maggio, che avevano abolito l’obbligo di riconoscimento diretto dei clienti per i gestori di B&B e per le locazioni brevi.

Con questa pronuncia viene ripristinato, per tutte le strutture ricettive – comprese quelle extralberghiere e gli affitti turistici – l’obbligo di verificare personalmente la corrispondenza tra ospite e documento d’identità, oltre alla trasmissione dei relativi dati alle autorità di pubblica sicurezza.

La controversia era scaturita da una circolare del capo della Polizia del novembre 2024, indirizzata a prefetti e questori, che imponeva il controllo visivo dell’identità degli ospiti per ragioni di sicurezza legate alla crescita delle locazioni brevi e al particolare contesto nazionale e internazionale di eventi straordinari.

Il Tar del Lazio aveva per contro ritenuto ammissibile il check-in effettuato a distanza, superando così il vincolo del riconoscimento fisico.

Con la decisione odierna, il Consiglio di Stato ha riformato quel giudizio, affermando che la normativa vigente richiede la verifica “de visu” dell’ospite, condizione imprescindibile per l’accesso al servizio ricettivo.

Per i cittadini stranieri non appartenenti all’Unione europea è inoltre necessario esibire il passaporto, o altro documento riconosciuto da accordi internazionali, purché munito di fotografia.

Viene confermato altresì l’obbligo per i gestori di comunicare i dati degli alloggiati entro 24 ore dall’arrivo, o entro 6 ore per i pernottamenti inferiori alla giornata, tramite strumenti telematici o informatici.

Entrambe le incombenze presuppongono un accertamento diretto dell’identità, volto a verificare la corrispondenza tra persona e documento.

Il Consiglio di Stato riconosce, tuttavia, la possibilità di servirsi di tecnologie innovative per tale controllo, come videocollegamenti che consentano un’identificazione immediata e sicura tra ospite e documento, senza escludere l’uso di strumenti digitali, purché garantiscano la medesima efficacia del riscontro tradizionale.

La circolare del Viminale, infine, non vieta espressamente queste soluzioni tecnologiche, ma censura le modalità di check-in da remoto che riducono o eludono la verifica diretta, come la semplice acquisizione dei documenti senza un confronto in tempo reale, ritenuta lesiva delle esigenze di sicurezza.

Si rende pertanto auspicabile un intervento chiarificatore del Ministero dell’Interno sull’impiego delle nuove procedure di identificazione.