Attualità
Ragusa, le famiglie degli edifici di via Risorgimento al freddo e al gelo: la consigliera Caruso attacca
"Dopo un iter infinito, è bene che adesso qualcuno si assume le proprie responsabilità"
Gli edifici di via Risorgimento
La consigliera comunale di Ragusa, Rossana Caruso, interviene ancora una volta pubblicamente per denunciare la grave situazione in cui versano le famiglie residenti negli alloggi a canone agevolato di via Risorgimento. Dopo mesi di impegno silenzioso e costante, Caruso decide di rompere il silenzio, in pieno accordo con le famiglie coinvolte, per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica su una condizione ormai insostenibile.
“Da mesi seguo con costanza e responsabilità la situazione degli alloggi a canone agevolato di via Risorgimento, confidando che si potesse trovare una soluzione rapida e dignitosa. Ho mantenuto un dialogo costante con l’Istituto, ho lavorato in silenzio, ho raccolto lo sfinimento e la frustrazione delle famiglie coinvolte: 14 persone in totale, appartenenti a 3 nuclei familiari, di cui 8 adulti e 6 minori. Tra loro, due persone affette da disabilità, un minore e un adulto”, dichiara la consigliera Caruso.
Le famiglie hanno firmato i contratti di locazione il 12 settembre presso la sede dello Iacp e hanno preso possesso degli appartamenti, ma si trovano ancora a vivere in condizioni inaccettabili. L’Istituto autonomo case popolari ha comunicato a Italgas, a metà ottobre, l’avvenuto pagamento per l’allaccio alla rete del gas per i cinque alloggi. Tuttavia, “da allora è iniziata un’attesa inspiegabile e interminabile”, prosegue Caruso. “Il 5 novembre, dopo 20 giorni senza esiti, mi sono rivolta al prefetto di Ragusa affinché questa situazione non restasse invisibile. Solo ieri il Comune di Ragusa ha ricevuto da Italgas la richiesta di autorizzazione per l’esecuzione dei lavori, garantendo massima tempestività nel rilasciare il nulla osta”.
Nonostante gli ultimi sviluppi burocratici, la situazione resta critica: “Queste famiglie non hanno acqua calda e non possono riscaldare le proprie abitazioni. Ho incontrato personalmente gli inquilini ieri sera e posso affermare con chiarezza che la misura è colma. Le temperature si sono abbassate e non è più sostenibile scaldare l’acqua nelle pentole per lavarsi: è una situazione indegna per chiunque, ancor più per nuclei con minori e persone fragili”.
Anche nella migliore delle ipotesi, serviranno ulteriori 15–20 giorni per completare l’allaccio definitivo. “Un’attesa che non si può più chiedere a queste famiglie di sopportare”. Per Caruso, l’unica soluzione immediata è la sostituzione degli ugelli delle caldaie per consentire l’uso temporaneo del Gpl. I preventivi sono già disponibili e i tecnici pronti a intervenire, ma resta irrisolta una questione fondamentale: “Chi deve farsi carico di questa spesa? Lo Iacp? Il Comune di Ragusa? Di certo, un costo che le famiglie non possono sostenere”. Oltre al problema del riscaldamento, emergono criticità strutturali: infiltrazioni, muffe e lavori eseguiti in modo approssimativo. “Sono stati effettuati diversi sopralluoghi, ma finora abbiamo assistito soltanto a un continuo rimpallo di responsabilità”. Caruso conclude con un appello chiaro: “Chiedo ufficialmente agli enti competenti di assumersi immediatamente le proprie responsabilità e di intervenire senza ulteriori ritardi. Le famiglie di via Risorgimento non possono trascorrere un solo giorno in più in queste condizioni. La misura è colma. Ora servono risposte e azioni concrete, non altra attesa”. E lancia una domanda provocatoria: “Chi di noi cittadini non chiederebbe al proprietario dell'immobile in affitto di intervenire tempestivamente?”.