Attualità
Vittoria, rischia lo sfratto l'immenso patrimonio culturale del "cuntastorie" Giovanni Virgadavola
Tutto il materiale è per il momento ospitato in uno dei padiglioni dell'ex fiera Emaia
Giovanni Virgadavola con uno dei suoi carretti
Circolano voci di sfratto riguardo all’immenso patrimonio culturale lasciatoci in eredità da Giovanni Virgadavola (deceduto nel 2022), consistente in 29 carretti siciliani, 3 calessi, una carrozza e circa 2000 pezzi di archeologia rurale, attualmente ospitato in uno dei padiglioni dell’ex fiera Emaia. Il Comune di Vittoria avrebbe chiesto di liberare il padiglione fieristico in modo da poterlo utilizzare nei prossimi eventi organizzati dalla società fieristica ex Emaia. La famiglia Virgadavola, per bocca della figlia Silvana, conferma d’avere ricevuto il sollecito a sgombrare il padiglione ma non intende rilasciare dichiarazioni.
Se così sarà, dove andrà a finire il patrimonio che in mezzo secolo di vita il cuntastorie e artista vittoriese ha realizzato sfidando difficoltà inimmaginabili? Il museo del carretto siciliano potrebbe benissimo entrare in un circuito turistico provinciale e regionale e invece rischia di andare in malora se nessuno farà qualcosa di concreto. I rischi ci sono. Prima di Virgadavola vivono in cattive acque i patrimoni lasciati da Attilio Zarino (il polimuseo Zarino) e per ultimo l’altro artista vittoriese (più noto in America che a Vittoria) Arturo Di Modica, autore del "charging bull" di New York.
Se lo sfratto ci sarà, dove andranno i 29 carretti siciliani? I locali ci sono, basta renderli idonei e fruibili. Palazzo Carfì, sito in via Dei Mille angolo San Martino, acquistato dalla Provincia nel 1997 (presidenza Giovanni Mauro; presidente del Consiglio provinciale Giovanni Macca) è in comodato d’uso al Comune di Vittoria dal 2018 (Giovanni Moscato sindaco, Andrea Nicosia presidente del Consiglio comunale). In uno dei 3 piani attualmente sono allocati la presidenza del Consiglio di Vittoria e l’assessorato allo Sviluppo economico.
L’immobile di altissimo pregio architettonico vanta anche un giardino al suo interno di circa 800 metri quadri, attualmente in stato degrado. Giovanni Macca, ex sindacalista della Cisl e archivio storico vivente dei fatti vittoriesi e provinciali degli ultimi 80 anni, da presidente del Consiglio provinciale fece salti morali da quando l’allora presidente della Provincia Emanuele Giudice promosse l’idea di acquistare palazzo Carfì, idea poi realizzata dal presidente Mauro. Macca era presidente del Consiglio quando si approvò la delibera di acquisto. I consiglieri di sinistra uscirono dall’aula per far venire meno il numero legale. Macca chiamò il giovane Giuseppe Nicosia (futuro sindaco di Vittoria) che stava per abbandonare l’aula e lo convinse a rimanere in nome della vittoriesità. Nicosia consentì il numero legale ma votò no a quella delibera, che tuttavia venne approvata a maggioranza.
Adesso il patrimonio culturale di Virgadavola riporta palazzo Carfì alla ribalta. Sarebbe interessante sapere cosa pensa della vicenda Maria Rita Schembari, l’attuale presidente del Libero Consorzio (speriamo che presto possa richiamarsi Provincia in vista del centenario nel 2027), molto sensibile alla valorizzazione e alla conservazione di tutto ciò che rientra nella sfera dell’arte e della cultura iblea.
Giuseppe La Lota