L'iniziativa
San Cataldo, lo spazio abbandonato dietro la chiesa Santo Stefano ora è un piccolo Oratorio
Giovedì sera il parroco don Giuseppe Anzalone propone un incontro all’insegna di arte, musica, danza, storia e poesia

Un’area per decenni lasciata in abbandono e teatro di illegalità, ora divenuta non solo spazio ludico ma palestra di vita per ragazzi e giovani. Ci riferiamo al piccolo Oratorio “San Filippo Neri” creato nella parrocchia di Santo Stefano, oggi guidata da padre Giuseppe Anzalone, che giovedì 2 ottobre proporrà - con inizio alle 19 - la serata “Bancarella di vita e pensiero”.
La serata, moderata da Luigi Bontà, offrirà momenti all’insegna di danza, storia, poesia, arte, musica. I protagonisti saranno l’undicenne danzatrice acrobatica Nicole D’Amico, lo stesso padre Anzalone che ricorderà il suo romanzo giallo “Spasimo di Sicilia” ispirato alla complessa e misteriosa storia del dipinto cinquecentesco in passato attribuito a Raffaello, mentre Giuseppe Riggi si intratterrà sulla poetica sancataldese. Inoltre Vincenzo Siracusa parlerà del suo libro sulla “Via Lucis” con le meditazioni di mons. Cataldo Naro arcivescovo di Monreale, mentre la parentesi dedicata all’arte sarà curata da Lillo Lombardo. Completeranno gli interventi Aurelio Giuliana che ricorderà la produzione poetica del fratello Bernardino, e il cantante Aldo Rizzo per il momento musicale. La partecipazione alla serata è libera con ingresso dalla chiesa.
Una iniziativa, dunque, per richiamare l’attenzione sul nuovo oratorio parrocchiale, inaugurato lo scorso giugno, che padre Anzalone ha voluto far nascere sulla scia della grande tradizione dei Padri Filippini presenti a Santo Stefano con il proprio oratorio tra ‘700 e ‘800. Ed è così che sull’antico spazio abbandonato sono stati creati i campetti da volley, basket e calcetto, con possibilità anche di proiezioni di pellicole all’aperto in aggiunta a quelle nell’ampio cine-teatro ubicato all’interno.
Su questa nuova realtà padre Giuseppe, da otto anni alla guida della parrocchia dove è subentrato a don Leonardo Mancuso, ci dice: «E’ stato un investimento a carico della parrocchia, sotto il mantello della Provvidenza, con una spesa considerevole. Abbiamo così avviato l’oratorio, realizzato il grest e sono tornate a risuonare le grida dei ragazzi. Ricordo che quando ero bambino io, con i miei fratelli avevamo uno spazio esistenziale, la strada era davvero una piccola palestra di vita, dove si poteva correre, giocare. Oggi i nostri ragazzi sono sotto una pressione psicologica che rasenta la patologia, non hanno uno spazio esistenziale per fare esplodere i loro sentimenti, bisognosi come sono di relazione, di contatto, di agonismo, di attività, e – ultimo ma non da ultimo - di pensiero e spiritualità».