Il magistrato
Di Matteo lascia l'Anm: "Decisione presa con amarezza ma logiche correntizie all'interno"
Antonino Di Matteo si dimette dall'ANM: accusa correntismo e opportunismo politico e annuncia l'impegno personale contro le riforme (da Cartabia alla separazione delle carriere) che minacciano l'indipendenza della magistratura

Il magistrato Nino Di Matteo
Antonino Di Matteo, sostituto procuratore presso la Procura Nazionale Antimafia ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura, ha annunciato di aver rassegnato le dimissioni dall’Associazione Nazionale Magistrati. Una scelta maturata nel tempo, spiega, e dettata dalla crescente distanza rispetto alle dinamiche interne dell’organizzazione: “Nelle scorse settimane ho presentato le dimissioni dall’Associazione Nazionale Magistrati. Ho, progressivamente nel tempo, maturato questa decisione con molta amarezza. Non mi sento parte di un’associazione all’interno della quale continuano a trovare spazio logiche di appartenenza correntizia e di opportunità politica che non ho mai condiviso e che, in passato, anche da membro del Consiglio Superiore della Magistratura, ho cercato in tutti i modi di contrastare”.
Di Matteo precisa che proseguirà autonomamente il suo impegno nel dibattito pubblico sulle riforme della giustizia: “Continuerò a titolo personale – come ho sempre fatto (anche quando l’ANM preferiva restare silente) – ad esprimere le mie opinioni e a denunciare pubblicamente il grave pericolo che le riforme degli ultimi anni (a partire dalla riforma Cartabia e fino all’ultimo progetto di revisione costituzionale che riguarda la separazione delle carriere) rappresentano, per la salvaguardia della indipendenza della magistratura, del principio di eguaglianza di tutti i cittadini innanzi alla legge, dell’efficacia dell’azione di contrasto alla criminalità e ad ogni forma di abuso nell’esercizio di pubblici poteri”.