×

L'analisi

Giro di armi vorticoso: quelle tensioni interne al clan Cappello

Ogni giorno si registrano sequestri di pistole, munizioni e mini arsenali. Il fronte è caldissimo

Laura Distefano

28 Ottobre 2025, 15:51

16:05

Giro di armi vorticoso: quelle tensioni interne al clan Cappello

Ormai da giorni si susseguono sequestri di armi a Catania. Da Librino, fino a San Cristoforo, passando per Trappeto Nord. Ogni forza è stata messa in campo: polizia, carabinieri e finanza. Ragazzini che girano armati, personaggi legati ai clan con la pistola sempre addosso, cartucce nascoste assieme alle dosi di droga già pronte. 

I colpi che arrivano sono durissimi: nemmeno affidarsi agli insospettabili per nascondere le "riserve" di fuoco è una strategia che porta risultati. Alcuni, come ha raccontato Concetto Mannisi su La Sicilia, si affidano agli anziani che con pochi spiccioli "si assicurano una sorta di reddito di cittadinanza" e in cambio offrono la propria casa come covo degli arsenali. Altri detentori di armi delegano i parenti di una certa età, pensando che possano restare fuori dai radar degli investigatori. Anche in questo caso hanno fatto i conti senza l'oste. Poi, infatti, finiscono nei guai: come la settantenne Giuseppa Cambria, sorella del più noto Andrea Cambria, con diverse coperture legate a diversi esponenti dei Cappello. All'anziana fu trovato addirittura un mitragliatore a Librino. In un altro caso, le armi furono nascoste a casa del papà disabile. Un'altra pianificazione criminale miseramente fallita. 

Ma, nel frattempo, si spara a Catania. Contro garage, insegne di negozi, fino ai cortili dei palazzi. E solo alcuni episodi avvenuti nell'ultimo mese hanno un collegamento. Gli altri sono micce accese che esplodono e si spengono in un'unica deflagrazione. Ma alcune pistolettate, invece, hanno pericolosi legami con le tensioni per le piazze di spaccio. Ognuno vuole la sua fetta di torta nel florido - e senza crisi - mercato nero delle sostanze stupefacenti. Le fibrillazioni, stavolta, sembrano concentrate all'interno del clan Cappello. La pista "dei puffi" l'abbiamo ben delineata, anche con l'ultimo ritrovamento di armi alla macelleria di via Belfiore. Anche l'ultimo arresto dei carabinieri di piazza Dante porta nuovamente, seppur indirettamente, a una delle correnti dei cappelloti. Il 33enne Stefano Bonnici trovato con una pistola dai militari è parente di Orazio Finocchiaro, da poco nuovamente dietro le sbarre, ma che è stato per un periodo il portavoce dei Cappello-Carateddi a Catania.

Ai vecchi boss, quelli fuori, non piace il modo di agire delle nuove leve. Che alzano troppo la polvere, facendo drizzare le antenne dei detective. Ma la regola delle pistole sembra l'unica che questi giovani delle piazze di spaccio sanno seguire. E la strada del carcere per loro è davvero segnata. Ma la triste verità è che, pare, lo abbiano messo in conto.