Il processo
Saluto romano al corteo per Ramelli, la Procura generale di Milano chiede la condanna per 23 militanti
Per l'accusa il saluto romano e la «chiamata del presente» rappresentano un rischio di ricostituzione fascista
La Procura generale di Milano, per mezzo della sostituta procuratrice generale Olimpia Bossi, ha chiesto oggi di capovolgere la sentenza di primo grado del 28 novembre 2024 con cui il Tribunale aveva assolto, “perché il fatto non sussiste”, 23 militanti di estrema destra, individuati tra oltre un migliaio di partecipanti e imputati per “manifestazione fascista” in base alla legge Scelba. Secondo l’accusa, gli imputati risposero alla “chiamata del ‘presente’” ed eseguirono saluti romani durante il corteo tradizionalmente organizzato il 29 aprile 2019 in memoria di Sergio Ramelli, esponente del Fronte della Gioventù ucciso da un commando di Avanguardia Operaia nel ’75.
La pubblica accusa ha richiesto pene a 4 mesi di reclusione e 200 euro di ammenda. Alcune delle 23 posizioni, per vizi di notifica, rientreranno nel processo a partire dalla prossima udienza del 2 marzo. Lo stesso ufficio aveva già sollecitato la conferma delle condanne a 4 mesi, in quel caso inflitte in primo grado, nei confronti di 13 imputati per il corteo dell’anno precedente, quello del 2018.
Per la Procura e per la Procura generale milanese, anche alla luce della sentenza della Cassazione a Sezioni Unite, la posizione è netta: le centinaia di persone che ogni anno compiono il saluto romano, con modalità definite ieri dalla pg nell’altro procedimento “paramilitari”, rappresentano un pericolo di ricostituzione del partito fascista e, dunque, una minaccia per l’ordinamento democratico. I giudici di primo grado che avevano assolto i 23 imputati, invece, avevano ritenuto che la “chiamata del presente” e il “saluto romano” fossero lontani dal “costituire” una “condotta potenzialmente idonea alla ricostituzione del partito fascista”, attribuendo loro “solo una specifica valenza di omaggio e di ricordo del giovane trucidato per le sue idee politiche”.