il caso
Ponte, così Palazzo Chigi può "bypassare" il no della Corte dei Conti
Che cosa prevede la procedura e che cosa può fare il Consiglio dei ministri
Ponte sullo Stretto
La pronuncia della Corte dei Conti sulla delibera Cipess relativa al Ponte sullo Stretto non è impugnabile. Una volta rese note le motivazioni — per le quali i magistrati hanno fino a trenta giorni — il Consiglio dei ministri può presentare una nuova richiesta motivata alla Corte che, qualora confermi le proprie perplessità, può apporre un “visto con riserva” al provvedimento.
È quanto chiarisce la stessa magistratura contabile sul proprio sito istituzionale. La procedura prevede, inoltre, una segnalazione alle Camere.
“L’atto registrato con riserva acquista piena efficacia, ma può dare luogo ad una responsabilità politica del Governo - spiega il sito della Corte - poiché la Corte trasmette periodicamente al Parlamento l’elenco degli atti registrati con riserva”.
Di fatto, la delibera del Cipess diventa pienamente operativa.
L’esame della Corte dei Conti non costituisce un giudizio di merito complessivo sull’opera: l’intervento dei giudici contabili è circoscritto ai profili finanziari e contabili, cui si affianca la verifica del rispetto dell’iter procedurale previsto dalla legge.
Nel caso specifico, la complessità dell’operazione richiederà ulteriore tempo per la definizione della delibera e non è escluso che i magistrati utilizzino tutti i trenta giorni a disposizione.
Solo successivamente l’amministrazione interessata “può chiedere un’apposita deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale, a propria volta, può ritenere che l’atto risponda ad interessi pubblici superiori e debba avere comunque corso”.
L’eventuale decisione di apporre il visto con riserva spetta alle Sezioni riunite della Corte.