La Medea dell'Etna
L'omicidio di Elena, parola ai periti della difesa: «La madre affetta da infermità parziale»
Un lungo esame. Nella prossima udienza le controdeduzione degli psichiatri nominati dalla Corte d'Assise d'Appello che hanno rilevato la totale capacità dell'imputata
Tre ore di esame. I difensori di Martina Patti, la madre accusata di aver ucciso la figlia Elena Del Pozzo, hanno posto una serie di domande ai professori Antonio Petralia ed Enrico Zanalda sulla capacità di intendere e di volere della loro assistita, che in primo grado è stata condannata a 30 anni. Per i due psichiatri i fatti sono da ricondurre all’omicidio-suicidio che poi non si è concretizzato.
L’imputata - secondo i consulenti della difesa che hanno risposto agli avvocati Tommaso Tamburino e Gabriele Celesti - è affetta da un’incapacità parziale di mente. Ieri non erano presenti in aula i due periti nominati dalla Corte d’Assise d’Appello, che per le controdeduzioni ha rinviato al prossimo 7 febbraio. In quella data sarà cambiata la composizione del collegio: si insedierà un altro presidente.

