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Agrigento, i boss della droga a processo tra abbreviato e rito ordinario

L’asse dello spaccio da Gela fino a Castelvetrano sgominata dai carabinieri

13 Novembre 2025, 22:25

Agrigento, i boss della droga a processo tra abbreviato e rito ordinario

Maxioperazione antimafia: processo in due tronconi

Il processo scaturito dalla più grande maxioperazione antimafia degli ultimi decenni contro i clan di Agrigento/Villaseta e Porto Empedocle si divide in due tronconi. Il gup del tribunale di Palermo, Lorenzo Chiaramonte, ha disposto il rinvio a giudizio di 25 imputati. Gli altri 26 hanno invece optato per l’abbreviato. Un altro imputato, il netturbino accusato di aver nascosto le armi del clan, verrà (al momento) giudicato separatamente.

Gli imputati rinviati a giudizio che affronteranno il rito ordinario a partire dal prossimo 8 gennaio davanti i giudici del tribunale di Agrigento, sono:

  • Michele Bongiorno, 35 anni, di Favara
  • Ignazio Carapezza, 34 anni, di Porto Empedocle
  • Carmelo Corbo, 47 anni, di Canicattì
  • Cristian Gastoni, 32 anni, di Agrigento
  • Angelo Graci, 61 anni, di Castrofilippo
  • Gabriele Minio, 37 anni, di Agrigento
  • Giorgio Orsolino, 35 anni, di Agrigento
  • Angelo Tarallo, 45 anni, di Agrigento
  • Guido Vasile, 66 anni, di Agrigento
  • Nicolò Vasile, 44 anni, di Agrigento
  • Giuseppe Sottile, 38 anni, di Agrigento
  • Giuseppe Aliseo, 26 anni, di Canicattì
  • Alfonso Bruccoleri, 59 anni, di Porto Empedocle
  • Giuseppe Casà, 29 anni, di Agrigento
  • Antonio Crapa, 54 anni, di Favara
  • Salvatore Damanti, 36 anni, di Agrigento
  • Valery Di Giorgio, 29 anni, di Agrigento
  • Stefano Fragapane, 33 anni, di Agrigento
  • Alessandro La Cola, 40 anni, di Canicattì
  • Calogero Morgana, 39 anni, di Agrigento
  • Giuseppe Nicastro, 36 anni, di Gela
  • Gerlando Romano, 26 anni, di Agrigento
  • Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento
  • Salvatore Bosco, 57 anni, di Favara
  • Luigi Prinzivalli, 73 anni, di Agrigento

In ventisei, invece, hanno scelto il rito abbreviato. Si tratta di:

  • Domenico Blando, 68 anni, di Favara
  • Pietro Capraro, 40 anni, di Agrigento
  • Samuel Pio Donzì, 26 anni, di Agrigento
  • Carmelo Fallea, 50 anni, di Favara
  • Cosimo Ferro, 36 anni, di Castelvetrano
  • Francesco Firenze, 40 anni, di Castelvetrano
  • Giuseppe Focarino, 60 anni, di Palermo
  • Alfonso Lauricella, 59 anni, di Agrigento
  • Gaetano Licata, 42 anni, di Agrigento
  • Fabrizio Messina Denaro, 50 anni, di Castelvetrano
  • Fabrizio Messina, 50 anni, di Porto Empedocle
  • Roberto Parla, 47 anni, di Canicattì
  • Vincenzo Parla, 54 anni, di Canicattì
  • Calogero Prinzivalli, 42 anni, di Agrigento
  • Rocco Grillo, 33 anni, di Gela
  • Giuseppe Pasqualino, 34 anni, di Gela
  • Mirko Salvatore Rapisarda, 43 anni, di Gela
  • Calogero Bellaccomo, 40 anni, di Agrigento
  • James Burgio, 33 anni, di Porto Empedocle
  • Gioacchino Giorgio, 39 anni, di Licata
  • Fabrizio Nicosia, 41 anni, di Gela
  • Giuseppe Piscopo, 49 anni, di Gela
  • Antonio Puma, 44 anni, di Agrigento
  • Stefano Rinallo, 41 anni, di Canicattì
  • Antonio Salinitro, 25 anni, di Gela
  • Rosario Smorta, 53 anni, di Gela
  • Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento
  • Salvatore Prestia, 45 anni, di Porto Empedocle

L’inchiesta condotta sul campo dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, scattata in due fasi, fra dicembre e gennaio scorsi, e coordinata dai pubblici ministeri della Dda Claudio Camilleri, Giorgia Righi e Luisa Bettiol, ha ricostruito i nuovi assetti delle cosche agrigentine, individuando in Fabrizio Messina e Pietro Capraro i presunti reggenti dei clan di Porto Empedocle e Villaseta. L'indagine è nata dal rinvenimento di due ingenti quantitativi di cocaina all’interno di un banco al mercato ortofrutticolo di Villaggio Mosè. In entrambe le circostanze era stato il titolare della ditta a trovare la polvere bianca occultata all’interno di alcune cassette di banane provenienti dal Sud America. I commercianti con il traffico di droga non avevano nulla a che fare, ma i militari hanno scoperto un collegamento tra un lavoratore del mercato con i membri del clan empedoclino. Grazie alle successive attività è stato sgominato un vasto traffico di cocaina e posto fine a una vera e propria guerra che le cosche avevano intrapreso fra loro con attentati e intimidazioni per garantirsi il controllo dello spaccio.