Portopalo
Udienza rinviata al 20 aprile 2026: a Portopalo processo per tentata concussione con il sindaco, il vicesindaco e il padre imputati
Accuse di tentata concussione alla sindaca Rachele Rocca, al vicesindaco e al padre; difesa punta su chat e messaggi.
Rinviata al 20 aprile 2026 l’udienza in programma ieri del processo a carico del sindaco di Portopalo Rachele Rocca e del suo assessore e vicesindaco Corrado Lentinello. Rinvio dovuto all’improvvisa assenza di un componente del collegio giudicante. Tra gli imputati c’è anche Antonino Rocca, padre del primo cittadino portopalese in carica e attuale coordinatore del Gruppo comunale di protezione civile. Dibattimento scaturito dal rinvio a giudizio dei tre disposto nel dicembre 2023 dal Gup del Tribunale di Siracusa. Tra i capi d’accusa del processo c’è la tentata concussione. Processo che sta seguendo il rito ordinario e che è iniziato un anno fa. Nell’udienza di ieri erano previste le escussioni di tre testimoni citati dalla pubblica accusa. Nel procedimento giudiziario sono stati ammessi come parte civile due imprenditori, presunte vittime degli imputati, oltre al Comune di Portopalo. La costituzione di parte civile da parte dell’Ente di via Lucio Tasca è stata richiesta da tre consiglieri comunali d’opposizione. Il Comune è rappresentato nel dibattimento dall’avvocato Giuseppe Gennaro. Il collegio difensivo è costituito dagli avvocati Giuseppe Gurrieri, Francesco Antille e Alessandro Antoci. La titolarità dell’indagine è del procuratore aggiunto Andrea Palmieri. I tre imputati vennero arrestati nel febbraio 2023 dai carabinieri mentre ricoprivano il ruolo di consiglieri comunali, carica da cui vennero sospesi per effetto della legge Severino, salvo poi dimettersi pochi giorni dopo. Tre mesi dopo, Rachele Rocca è stata eletta sindaco. La pubblica accusa punta a dimostrare all’interno del dibattimento giudiziario le ipotizzate pressioni nei confronti di alcuni imprenditori, le cui aziende avevano ottenuto lavori dal Comune, per ricevere favori, tra cui assunzioni di persone vicine agli indagati e soldi. Gli indagati hanno negato a più riprese ogni accusa, sin dagli interrogatori di garanzia. Secondo la difesa, vi sarebbero chat, messaggi vocali ed altri documenti, depositati in una memoria, che scagionerebbero i tre imputati dagli episodi contestati.