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L'inchiesta

La mega truffa del mare: «I comandanti non devono scrivere le problematiche»

Le intercettazioni dell'indagine che ha messo nei guai gli armatori della Liberty Lines e ufficiali della Capitaneria

Laura Distefano, Laura Mendola

21 Novembre 2025, 22:24

22:25

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Eolie, la Liberty Lines riprende tutti i collegamenti con le isole

«Povera gente che cammina su sti aliscafi, i passeggeri, non sanno a che cosa vanno incontro». Parlava così Alessandro Forino, il presidente della flotta Liberty Lines, da ieri è posta sotto sequestro preventivo per un valore stimato dagli investigatori in quasi 100 milioni di euro. Il manager della società degli armatori di Trapani, Morace, pare fosse consapevole che viaggi a mare a bordo dei loro natanti non fossero così sicuri. L’urgenza degli interventi emerge da più conversazioni della intercettata dalla guardia di finanza di Trapani. «Le barche che ci sono, sono tenute una chiavica». Per la magistratura ci sarebbero state gravi e pericolose omissioni allo scopo di frodare Regione Siciliana e Ministero dei Trasporti. Avarie mai segnalate nei diari di bordo, viaggi fantasma.

Di nuovi acquisti l’armatore non ne avrebbe voluto sentire parlare. Almeno fino a quando non sarebbero arrivati gli altri milioni di euro di fondi pubblici, erogati per garantire la continuità territoriale a chi vive nella isole minori. Oltre alla Liberty Lines, da ieri è sotto amministrazione giudiziaria anche la Sns Società di Navigazione Siciliana nata da un intesa di Morace e Franza per acquisire la vecchia Siremar. Il sequestro preventivo riguarda un fatturato stimato superiore a 90 milioni di euro, un attivo patrimoniale di 150 milioni e oltre 750 dipendenti.

Le accuse per i 46 indagati, tra loro ci sono gli eredi della “Morace dinasty” cioè Gianluca e Ferdinando Morace (il primo è direttore generale, il secondo direttore tecnico), vanno dalla truffa ai danni dello Stato, alla corruzione e frode nell’esecuzione di un servizio pubblico. Tra gli indagati il presidente della Liberty Lines Alessandro Fiorino di 66 anni, Gennaro Cotella di 62 anni ad della società Liberty Lines, sono anche due militari della Capitaneria di Porto di Trapani e due funzionari del registro Rina, cioè il registro delle unità navali per la sicurezza della navigazione. Per 9 degli indagati la procura ha chiesto al gip l’applicazione delle misure cautelari. Tra lunedì e martedì si svolgeranno gli interrogatori preventivi, filtro - previsto dalla nuova normativa - prima della decisione sull’istanza di un provvedimento cautelare.

«Poi glielo dici ai comandanti che non devono scrivere le problematiche che hanno sulle barche», diceva Anna Alba, un’altra indagata che opera nella Liberty. E il collega Nunzio Formica: «Non è che va lui in galera, ci andiamo noi». Quasi una premonizione. In 3000 pagine di atti giudiziari sono annotate le strategie (ritenute illecite) per non rescindere i contratti con gli importanti committenti come Regione e Ministero. E quindi non sarebbero stati segnalati i guasti agli aliscafi e ai traghetti. E, forse, oggi abbiamo qualche piccola informazione in più per spiegare le lamentele che arrivavano fino ai mesi scorsi quando un viaggio per Ustica o per Favignana diventava un calvario con altissime temperature. Dalle carte emerge che c’erano imbarcazioni anche senza aria condizionata che salpavano ugualmente. In piena estate. «La barca rimane disponibile ma è indisponibile. Se il Signore ci aiuta», diceva, non a caso, uno gli indagati.

Liberty Lines - con una nota - ha confermato «la propria fiducia in un esito positivo delle indagini e assicura che il servizio pubblico di collegamento veloce con le isole siciliane proseguirà regolarmente». E gli avvocati Alfonso Furgiuele, Lorenzo Contrada e Giovanni Di Benedetto hanno aggiunto che «il decreto di sequestro ai danni dei loro assistiti è stato emesso, dalla procura di Trapani, in carenza sia di qualsivoglia ragione di urgenza sia degli ulteriori presupposti che avrebbero consentito l’adozione. Nei modi e termini di legge si rappresenteranno al Giudice i vari elementi che ne impongono la caducazione ripristinando la piena operatività della società». Intanto, in attesa di qualsiasi decisione giudiziaria, c’è da garantire la continuità territoriale. Questo il compito degli amministratori che da ieri hanno preso il mano il timone delle due società.