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"Atto di responsabilità", i sindacati revocano lo sciopero del primo dicembre all'aeroporto di Palermo
Era previsto uno stop di 24 ore: firmato un accordo con la Gesap su organico e progressioni
È stato revocato lo sciopero di 24 ore previsto per lunedì 1 dicembre all'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. La decisione è stata presa dalle sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl come "atto di responsabilità finalizzato a favorire il confronto con la governance della Gesap", la società che gestisce lo scalo aeroportuale.
La revoca è arrivata a seguito delle interlocuzioni avviate con il direttore generale di Gesap spa e la successiva firma di un verbale d’accordo, siglato dalle quattro organizzazioni. I segretari Fabio Lo Monaco (Filt Cgil), Concetta Arduino (Fit Cisl), Vincenza Katia Di Cristina (Uil Trasporti) e Domenico De Cosimo (Ugl Trasporto Aereo), "si riservano la facoltà di riattivare l’azione di sciopero in caso di mancati riscontri concreti agli impegni assunti".
Lo sciopero in questione era stato proclamato lo scorso 21 ottobre e prevedeva l'astensione dal lavoro per 24 ore di tutto il personale della società aeroportuale. Si trattava della terza azione di sciopero di quest’anno, arrivata dopo due tentativi di conciliazione in Prefettura che si erano chiusi con esito negativo, in un confronto durato un anno.
Tra i motivi del conflitto, le sigle sindacali avevano sollevato la richiesta di un nuovo piano di fabbisogno del personale condiviso. Tale richiesta era motivata dal conto delle numerose uscite avvenute negli ultimi anni, del conseguente aumento esponenziale dei carichi di lavoro e delle responsabilità gravanti sul personale, e del riconoscimento delle progressioni verticali, che incidono sulla corretta definizione del fabbisogno di personale.
Nel corso dell’anno, i sindacati avevano espresso più volte "profonda delusione per l’immobilismo aziendale, per lo scarso coinvolgimento delle organizzazioni sindacali ai tavoli e per la mancata reale volontà di risolvere i punti oggetto della controversia". I sindacati avevano inoltre puntato il dito "su alcune decisioni unilaterali su singoli dipendenti adottate dalla società, alterando l’equilibrio interno e generando disparità economiche e professionali inaccettabili e sull'assunzione di risorse con profili diversi, senza alcuna pianificazione organica e senza alcuna verifica interna”.