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la riserva di Siracusa

Ciane e Saline al collasso: le associazioni presentano al Consorzio un dossier

Secondo Ansaldi, l’erosione costiera e la mancata manutenzione delle saline hanno compromesso habitat fondamentali per l’avifauna, mentre il Ciane è soffocato da vegetazione infestante e dagli effetti degli incendi

27 Novembre 2025, 08:08

Ciane e Saline al collasso: le associazioni presentano al Consorzio un dossier

Lunedì prossimo si tiene la prima riunione del tavolo tecnico permanente sulla Riserva naturale orientataFiume Ciane e Saline”. Una prima convocazione alla quale il presidente del Libero consorzio, Michelangelo Giansiracusa, ha invitato le associazioni ambientaliste, le quali hanno predisposto un documento di sintesi delle criticità rilevate in questi ultimi anni.

Il documento, redatto da due storici ambientalisti come Pippo Ansaldi e Carmelo Iapichino, parte dalla considerazione che da decenni, associazioni ambientaliste e cittadini denunciano il progressivo degrado dell’area protetta, «oggi giunto a un punto critico che impone un intervento urgente, sistemico e strutturale. Non si tratta più soltanto di ripristinare condizioni minime di tutela ambientale e legalità amministrativa, ma di salvare un ecosistema di rilevanza europea, ormai prossimo al collasso».

L’Ente gestore ha attivato un pacchetto di cinque interventi definiti “strategici”, per un valore complessivo superiore a 6,8 milioni di euro, per la prevenzione del rischio idrogeologico e incendi, la valorizzazione turistica e la conservazione ecologica.

«Un esame dettagliato degli interventi – spiegano Ansaldi e Iapichino - rivela una realtà deludente, una chiara mancanza di strategie gestionali, incapacità di individuare priorità ed un approccio casuale e privo di programmazione. Solo per fare un esempio è inspiegabile che mentre si richiedono circa 3 milioni di euro di fondi FESR per interventi di gestione della fauna ittica, si trascura di riproporre, per la stessa cifra, il progetto già precedentemente proposto e non finanziato per il restauro dell’argine a mare delle saline, decisivo per la sopravvivenza stessa della riserva».

Gli ambientalisti sostengono che le priorità siano: la ricostituzione della linea di costa originaria; il ripristino delle condizioni idrauliche delle saline; il miglioramento della qualità ambientale e paesaggistica.

«Dalla cessazione dell’attività saliniera negli anni ’80 – dice Ansaldi – la mancata manutenzione dell’argine che separava le vasche dal mare ha causato l’invasione marina su oltre un quarto della superficie salina, alterando l’equilibrio idraulico e riducendo drasticamente l’habitat per l’avifauna migratrice. La linea di costa si è ritirata di centinaia di metri e, se l’erosione continuerà a questo ritmo, le saline rischiano di scomparire in pochi anni». Anche il fiume Ciane, celebre per il raro papiro siciliano, versa in condizioni critiche. L’assenza di manutenzione ha favorito la proliferazione di vegetazione infestante che soffoca il papiro. Gli incendi recenti hanno distrutto centinaia di piante e alberi.

«La situazione è aggravata – aggiunge Iapichino - dall’abbandono dell’area boscata del Consorzio, dove giacciono i ruderi della ex stazione di sollevamento, potenzialmente riutilizzabile come centro visite o museo didattico e non certamente come avannotteria di specie ittiche secondo la stravagante ipotesi progettuale. Oggi è sommersa dalla vegetazione e rappresenta un pericoloso innesco per futuri incendi. Le paratie della stazione, ormai fatiscenti, rischiano di cedere, con conseguenze devastanti per l’equilibrio idrico e la sopravvivenza del papiro. È necessario un cambio di rotta deciso e non più rinviabile: occorre avviare una strategia di intervento, fondata su una diagnosi ambientale aggiornata e partecipata; una pianificazione trasparente e coerente con le specificità locali; un monitoraggio rigoroso dell’efficacia degli investimenti pubblici. Solo attraverso un approccio multidisciplinare orientato alla rigenerazione ecologica sarà possibile restituire alla riserva il ruolo che le spetta: quello di presidio naturale, culturale e identitario per l’intera comunità siracusana e siciliana».