il caso
«Sull’Archivio di Stato di Messina il ministero ha ignorato le nostre richieste»
Dopo l’acquisizione della sede di Matera, Lelio Bonaccorso rilancia la battaglia, mentre l’on. Musolino presenta un’interrogazione
Il ministero della Cultura acquisisce la sede dell’Archivio di Stato di Matera. Una operazione costata 4,1 milioni di euro con la quale è stato evitato il complesso e oneroso spostamento della documentazione archivistica, con un risparmio di oltre 70mila euro annui di canoni d’affitto.
Tutto ciò mentre il materiale storico della città di Messina da settimane si trova depositato all’interno di un magazzino di Riposto, dopo la chiusura della sede di via La Farina, perché sotto sfratto.
Due pesi e due misure? La disdetta del contratto di locazione era nota dal 2020 ed è diventata operativa dal 2022. L’immobile dovrà essere liberato entro il 31 dicembre. La notizia dell’intervento del ministero a favore di Matera indigna chi, in riva allo Stretto, ha avviato una mobilitazione a tutela dell’Archivio di Stato.
«Abbiamo raccolto 4mila firme già inviate al ministero, promosso manifestazioni di piazza e nessuno ci risponde». Così l’artista Lelio Bonaccorso, portavoce del comitato civico, che invita la comunità locale a continuare la battaglia: «Siamo stanchi di essere calpestati, non contiamo nulla a livello politico».
Parole che riaccendono il dibattito sul futuro degli inestimabili testi che racchiudono la secolare storia di Messina. Una preziosa testimonianza per una città che ha subito la devastazione del terremoto del 1908. Ben 5.102 metri lineari di documentazione archivistica, comprese 720 pergamene, e circa 10mila volumi di biblioteca, tra cui cinquecentine e seicentine che, ad ottobre scorso, chiusi negli scatoloni, sono stati portati in provincia di Catania. Con la promessa di tornare a Messina. Ma quando?
Dopo la protesta, il Comune ha promesso il proprio intervento individuando una possibile nuova sede. Tra l’ipotesi l’affitto di locali dall’istituto don Bosco. Sulla questione sembra essere calato il silenzio. Il trasferimento dell’Archivio di Stato diventa un caso politico.
La senatrice di Italia Viva, Dafne Musolino, ha presentato una interrogazione al ministro della Cultura, Alessandro Giuli: «La gestione di questa vicenda denota una grave mancanza di programmazione. Non è tollerabile che un capoluogo come Messina rischi di perdere la memoria storica custodita nel suo Archivio». La parlamentare messinese chiede al ministro Giuli «se abbia valutato seriamente alternative valide sul territorio, come gli immobili dell’ex Poste-Ferrovie di via Torino o l’ex ospedale Margherita, strutture pubbliche che potrebbero risolvere definitivamente il problema, senza costringere la città a soluzioni tampone o, peggio, a trasferimenti dannosi, peraltro già in atto».
Nel frattempo, però, Messina ha subito l’ennesimo scippo.
Fortunato Marino