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il provvedimento

«Dovete morire, toglietevi o vi ammazziamo», quattro antagonisti Pro Pal di Catania nei guai per l'aggressione ai poliziotti

La Digos ha eseguito un’ordinanza che impone l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria nei confronti di quattro persone

Redazione Catania

01 Dicembre 2025, 09:27

«Dovete morire, toglietevi o vi ammazziamo», quattro antagonisti Pro Pal di Catania nei guai per l'aggressione ai poliziotti

La Digos della Questura di Catania ha eseguito un’ordinanza che impone l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria nei confronti di quattro esponenti dell’area antagonista, di 20, 23, 39 e 52 anni.

I quattro sono indagati, a vario titolo e in concorso tra loro e con altri ancora da identificare, per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e oltraggio, con l’aggravante di aver agito in più persone riunite durante una manifestazione pubblica e di aver utilizzato corpi contundenti.

Nell’ambito del medesimo procedimento della Procura etnea risultano indagate altre cinque persone.

L’inchiesta riguarda gli episodi avvenuti il 22 settembre scorso durante una parte del corteo Pro Pal, quando un gruppo di partecipanti avrebbe tentato di forzare il blocco delle forze dell’ordine per entrare nel porto.

Secondo la Digos, al corteo avevano preso parte circa 8.000 persone; giunti al punto concordato, i manifestanti si sono dispersi, ma circa 200, riconducibili a centri sociali locali, riferisce la Procura, hanno provato ad accedere dallo sbarramento del faro Biscari.

In quell’area, sostiene l’accusa, "un nutrito gruppo, alcuni dei quali armati di aste e bastoni, ha cercato con violenza di sfondare il presidio posto all’ingresso del porto, mettendo a rischio l’incolumità degli operatori e la tenuta dell’ordine pubblico".

Nel contatto con il cordone di polizia sono rimasti feriti due funzionari, colpiti al volto e a una mano, mentre dai manifestanti si levavano urla del tipo: "andate via, dovete morire, fateci passare schiavi, toglietevi o vi ammazziamo…"

Nell’ordinanza cautelare il gip rileva che i destinatari delle misure "denotano una propensione alla violenza, anche approfittando di manifestazioni pacifiche, che nel caso in esame si è estrinsecata nella indebita violazione del percorso concordato e nella successiva forzatura dei presidi di ordine pubblico predisposti dalle forze dell’ordine, cui si è accompagnata la condotta violenta, avendo costoro ingaggiato scontri e colluttazioni con gli operanti".

Per il giudice, il loro scopo era "venire in contatto violento con le forze di polizia, forse anche al fine di rendere più eclatante la loro partecipazione al corteo anche al prezzo della commissione di condotte penalmente rilevanti".

Le indagini proseguono per identificare ulteriori responsabili.