L'indagine
Giro di residenze fasulle: 21 sotto inchiesta a Caltanissetta per truffa al reddito di cittadinanza, tra loro 3 vigili urbani
Coinvolti anche un dipendente comunale e la titolare di un’agenzia di pratiche. Contestati reati di falso e accesso abusivo ai sistemi informatici
Il Comune di Caltanissetta
Un sistema di residenze fantasma, orchestrato per ottenere indebitamente il reddito di cittadinanza, è finito al centro di un’inchiesta che coinvolge ventuno persone. La Procura ha acceso i riflettori su un meccanismo che, secondo gli investigatori, avrebbe permesso a diversi soggetti di risultare fittiziamente residenti in immobili mai abitati, con l’obiettivo di accedere al beneficio economico.
Tra gli indagati figurano tre ispettori della polizia municipale, un dipendente dell’ufficio anagrafe del Comune e la titolare di un’agenzia di disbrigo pratiche. Gli altri coinvolti sono proprietari di immobili e affittuari solo sulla carta, assistiti dagli avvocati Ernesto Brivido, Massimiliano Bellini, Davide Anzalone e Michele Micalizzi.
Secondo l’ipotesi accusatoria, i vigili urbani avrebbero redatto verbali di accertamento falsi, attestando residenze mai verificate. Il dipendente comunale, invece, sarebbe entrato abusivamente nel sistema informatico dell’anagrafe per interrogare dati sensibili sulle residenze. La titolare dell’agenzia di pratiche, infine, avrebbe svolto il ruolo di intermediaria, predisponendo contratti di locazione falsi per giustificare le richieste.
La Procura contesta, a vario titolo, i reati di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, uso di dichiarazioni o documenti falsi, omissione di informazioni dovute e accesso abusivo a un sistema informatico. L’indagine, condotta dalla polizia giudiziaria, mira ora a ricostruire l’intera rete di complicità e a quantificare l’ammontare delle somme percepite indebitamente.