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Politica

Calenda: «Niente scuse per Lagalla e Schifani, Regione da commissariare»
Varchi: «No, così deresponsabilizziamo la classe politica»

Il leader di Azione attacca in un incontro nella facoltà di Giurisprudenza il sindaco, il presidente della Regione e il ministro leghista Matteo Salvini: «Il Ponte? Lo usa come slogan»

Salvatore Ferro

04 Dicembre 2025, 19:14

19:18

Calenda: «Niente scuse per Lagalla e Schifani, la Regione va commissariata»Varchi: «No, così deresponsabilizziamo la classe politica»

Risposte mirate e didattiche su vari temi istituzionali e di diritto pubblico e costituzionale, ma soprattutto affondi e qualche parata. Carlo Calenda ha attaccato il sindaco Roberto Lagalla, il governo Schifani, il leader leghista Matteo Salvini in relazione al ponte sullo Stretto. Il leader di Azione ha partecipato, in tandem con la deputata meloniana Carolina Varchi all'incontro "Quale futuro per la nostra terra?" moderato dal costituzionalista Giuseppe Verde e organizzato dall'associazione studentesca Il Foro di Giurisprudenza, finito nell'occhio del ciclone alla vigilia per la "promessa" esposta in locandina di un credito formativo smentito dall'Università e per una lettera di invito a partecipare da parte del prorettore Francesco Cappello. «Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla non mette fuori dalla sua giunta la Dc - ha affermato Calenda - perché non ha motivazioni per farlo? Sono tutti giochini. Il fatto che non lo faccia dimostra quello che sappiamo, ossia che sono clientele di potere, per altro da parte di gente che si odia tra di loro». «Le ultime vicende in Sicilia confermano quello che noi diciamo da molto tempo - ha aggiunto Calenda - i siciliani hanno diritti che sono violati dalla Regione da tantissimi anni e c'è un articolo della Costituzione che prevede che se le cose vanno così a un certo punto subentra lo Stato, il quale ripristina il diritto alla salute, a un lavoro dignitoso, all' acqua e a un ciclo di rifiuti che funzioni. Noi abbiamo chiesto di commissariare la Regione su questi punti anche per spezzare un chiarissimo legame tra clientelismo, corruzione e voto, altrimenti possiamo andare alle elezioni 50 volte e finirà sempre allo stesso modo. Non c'era bisogno dell'inchiesta per sapere che Cuffaro gestiva la sanità, lo sapevamo tutti quanti: mi chiedo in quale paese una persona che è andata in galera per favoreggiamento di mafiosi, in una regione che ha fatto una grande battaglia contro la mafia in un periodo in cui la mafia controllava il territorio, torna a essere parte di una maggioranza di governo. Tutto questo non è un destino per i siciliani: loro sono cittadini italiani e hanno il diritto di avere quei servizi che oggi sono gestiti solo in ottica elettorale: non c'è una nomina fatta sulla base del merito».

Dal tema della separazione delle carriere dei magistrati alla situazione politica in Sicilia, Calenda e Varchi hanno risposto alle domande degli studenti. «Sono sempre stato favorevole alla divisione delle carriere - ha detto Calenda - la magistratura è forte quando è indipendente. Oggi però è oppressa dalle correnti politiche e occorre liberarla. Io, nello specifico, sto girando per le università di tutta Italia, proprio perché credo che questo sia un momento in cui noi dobbiamo cercare di provocare nei giovani un risveglio». Rispetto alla proposta del leader di Azione di commissariare la Regione siciliana, Varchi ha osservato: «Sarebbe una deresponsabilizzazione della classe politica. Chi è stato votato per governare si deve assumere la responsabilità di quello che fa. Il mio partito ha degli strumenti di autoregolamentazione, che ha attivato anche nelle vicende siciliane, che quindi sono giunte all’attenzione romana. Al netto delle questioni giudiziarie, che avranno il loro giusto e doveroso corso, le questioni politiche saranno affrontate nelle sedi politiche».

Infine, capitolo Ponte: «Non riesco a pensare che Salvini arrivi a fare il ponte sullo Stretto: lo usa come slogan, così come faceva con l’uscita dall’euro. Finirà che avremo buttato un sacco di soldi senza aver fatto le infrastrutture di base: il problema dei siciliani non è il ponte, che costituisce solo un’arma di distrazione di massa».