La requisitoria
Violenza sessuale di gruppo a Trapani, chiesti 10 anni per il campione olimpico Pizzolato
Chieste condanne anche per tre agrigentini, a gennaio è prevista la sentenza
Il trapanese Nino Pizzolato
Tre turiste finlandesi e quattro bravi ragazzi. Una serata d'estate, tra ristorante e pub sulla spiaggia di Trapani, che per una delle ragazze si è trasformata in violenza sessuale. Tra i giovani ce n'è uno parecchio famoso, il pesista olimpico Nino Pizzolato. Ieri per lui, originario di Salaparuta, e gli altri tre imputati - Davide Lupo, Claudio Tutino e Stefano Mongiovì, tutti agrigentini - la procura ha chiesto condanne a complessivi 40 anni, 10 anni ciascuno. Richiesta condivisa dalla parte civile, avv. Nicola Pellegrino. A gennaio discuteranno le difese, poi il Tribunale (presidente Messina, a latere Nodari e Badalucco) pronuncerà la sentenza.
«Nessun elemento è emerso durante il processo in grado di provare l'esistenza di un consenso» ha sostenuto nella requisitoria la pm Giulia Sbocca. Quella subita nell'estate 2022 a Trapani da una turista finlandese è stata, per la pubblica accusa, un'accertata violenza sessuale di gruppo. Le turiste si sono costituite parte civile e sono tornate a Trapani per testimoniare davanti ai giudici. La vittima ha raccontato quella serata trascorsa con le altre sue due amiche, erano appena giunte a Trapani, e con quei giovani, la sera passata in un locale sulla spiaggia, tra musica e liquori. Un racconto scandito minuto per minuto. Lei non nasconde simpatia per Nino. «La libertà di comportamento di quelle turiste - ha sostenuto la pm - viene subito scambiata per qualcos'altro dal resto della compagnia, le tre ragazze diventano così le prede».
Due di loro a fine serata tornano in albergo, Clara continua la serata con Nino lo segue oltre il cancello di un residence che non è nemmeno lontano da dove hanno trascorso la serata, ma dentro l'appartamento si ritrova anche il resto della comitiva maschile. Da quel momento in poi è stato come piombare in una sorta di incubo. «Pensavo - ha detto la vittima della violenza - di poter stare con Nino, mi sono seduta sul divano e mi sono come appisolata per qualche istante, per risvegliarmi con tre addosso e uno che filmava la scena. Spaventata che potesse succedermi qualcosa di brutto, mi sono rannicchiata sul divano, appena ho potuto mi sono svincolata, a quel punto forse loro si sono resi conto di quello che avevano fatto, due di loro mi hanno accompagnato in auto dove alloggiavo con le mie amiche».
Un racconto dettagliato, fondato per la pm. Quattro bravi ragazzi, così si sono presentati davanti ai giudici che li hanno sentiti, e che hanno sostenuto di essere stati "ingannati" da quella turista.
(di Rino Giacalone)