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Qualità della vita

Dal sogno al crollo: quando Siracusa batteva Bergamo

La provincia non è sempre stata una cenerentola. Nel 1994 occupava la 65ª posizione nella classifica del “Sole”: la migliore tra le province siciliane

Massimo Leotta

07 Dicembre 2025, 06:36

07:49

Dal sogno al crollo Quando Siracusa batteva Bergamo

C'è stato un tempo, era il 1994, che Siracusa sgomitava con Bergamo e Varese per ottenere una posizione migliore nella classifica della qualità della vita. Varese era al 62°, Bergamo al 67°. Siracusa era in mezzo, al 65° posto della graduatoria nazionale. Un confronto impensabile oggi, considerando il divario che nel frattempo si è aperto tra la provincia siciliana e i territori del Nord che allora le stavano accanto. L’andamento dei trent’anni successivi somiglia invece a una lenta discesa, punteggiata da qualche timido recupero incapace però di invertire la direzione. A fine anni Novanta la provincia perde progressivamente terreno: se nel 1995 Siracusa era ancora intorno a un piazzamento di media classifica, già nel 1996 la classifica la colloca attorno al 98° posto. Da lì in poi la tendenza si accentua: la vicenda provinciale si carica di fragilità, con risultati al di sotto della media italiana, sintomo di difficoltà su economia, servizi e coesione sociale.

Gli anni Duemila segnano un ulteriore arretramento: la qualità della vita per la provincia resta stabilmente bassa; nei report di inizio millennio i posizionamenti si aggirano tra 90° e 100° posto, segno che reddito, occupazione, infrastrutture e servizi non evolvono come altrove. Nel 2000, per esempio, Siracusa figura intorno a un 95° posto, molti gradini sotto rispetto ai tempi d’oro del 1994. Il 2002 e poi il 2009-2010 restano anni problematici, con la provincia attestata tra le zone meno virtuose del Paese. Nel decennio successivo, pur senza tornare mai tra i primissimi, Siracusa registra alcuni rimbalzi: nel 2011 raggiunge un 81° posto (uno dei risultati migliori dopo molti anni) e continua a oscillare nei margini medio-bassi della classifica nei successivi anni, con piazzamenti come il 82° e il 83° posto. Segno che, pur con evidenti limiti strutturali, alcune politiche locali migliorative, in particolar modo nel tessuto urbano e turistico, erano in grado di dare fiato.

La fotografia più recente conferma la difficoltà: tra il 2019 e il 2025 la provincia scivola stabilmente verso fondo classifica: si passa da un piazzamento “mediamente debole” nel 2019 a un clamoroso 105° posto nel 2020, il peggiore dato recente, e si assesta su un tetto quasi irrimediabile: nel 2025 Siracusa occupa il 106° posto, penultima in Italia.

Un risultato che fotografa un crollo verticale, rappresentando un dato allarmante per chi guardi alle condizioni di vita, ai servizi, all’economia, all’ambiente e alle prospettive future. Il confronto con il 1994 diventa così una cartina di tornasole del percorso compiuto: Siracusa non è peggiorata all’improvviso, ma è rimasta intrappolata in un declino graduale mentre altre province italiane acceleravano su innovazione, servizi e qualità urbana. Resta aperta la domanda su come invertire questa tendenza.

Gli analisti indicano alcune direttrici possibili: investimenti nelle infrastrutture materiali e digitali, una maggiore capacità di attrazione per giovani e imprese, un salto di qualità nei servizi pubblici locali. Le potenzialità, dalle risorse ambientali alla forza del patrimonio culturale, non mancano. Ma per tradurle in crescita misurabile serve continuità nelle politiche e la volontà di affrontare nodi storici che il tempo non ha sciolto. Siracusa, che trent’anni fa lottava testa a testa con province oggi considerate modelli di qualità urbana, si trova davanti a un bivio. La consapevolezza del passato può diventare una spinta a costruire futuro. Oppure restare solo il ricordo di quando la classifica raccontava un’altra storia.