l'epilogo
Gela e l’emergenza suicidi nelle carceri italiane: altri casi e numeri del 2025
Decine di tragedie tra i detenuti, tra sovraffollamento, carenze sanitarie e urgenza di riforme
Un detenuto di 37 anni si è tolto la vita nel carcere di Balate a Gela, dove era ristretto dopo essere stato coinvolto in una recente indagine antidroga. L’uomo è stato trovato impiccato all’interno della sua cella e, nonostante i soccorsi, è deceduto. I funerali si sono svolti oggi alla presenza di familiari e conoscenti, lasciando sgomenta la comunità locale e riaccendendo i riflettori sul crescente fenomeno dei suicidi nelle carceri italiane.
Altri casi eclatanti nel 2025
Questa tragedia si inserisce in un quadro molto più ampio, con decine di suicidi tra i detenuti italiani nel corso del 2025:
Verona Montorio: nel carcere di Verona si sono verificati più suicidi nell’arco dell’anno, tra cui il caso di un detenuto di 51 anni trovato impiccato dopo il rifiuto del Tribunale del Riesame di concedere la sua richiesta di rilascio; è uno dei tre suicidi registrati nello stesso istituto.
Ariano Irpino: un detenuto di 29 anni, con fragilità psichiche, è stato trovato impiccato nella Casa Circondariale di Ariano Irpino; questo episodio è stato segnalato come uno dei suicidi che hanno portato il totale annuale a circa 67 vittime tra i detenuti.
Modena: anche nel penitenziario di Modena si è registrato un altro suicidio, descritto dalla stampa locale come il quinto caso nel 2025 nella struttura.
Cremona: nei primi mesi del 2025 un detenuto si è tolto la vita nella casa circondariale di Cremona, segnando uno dei primi suicidi dell’anno nel panorama nazionale penitenziario.
Un fenomeno diffuso in tutto il Paese
Secondo i dati ufficiali e le stime di associazioni indipendenti, il numero di suicidi nelle carceri italiane nel 2025 è risultato allarmante su scala nazionale: ad agosto, erano stati segnalati 46 suicidi tra i detenuti dall’inizio dell’anno in tutte le carceri italiane. In varie manifestazioni e flash mob, come quello davanti a Montecitorio, è stata documentata la presenza di 72 sagome bianche, simbolo del numero di persone che si sono tolte la vita all’interno delle carceri italiane nel corso del 2025 (dato manifestativo secondo fonti giornalistiche). Dati preliminari riferiti ad associazioni come Antigone e altri osservatori suggerivano già oltre 20 suicidi nelle prime fasi dell’anno, con un aumento costante legato al sovraffollamento e alla mancanza di misure preventive strutturate.
Il contesto generale
Il fenomeno dei suicidi in carcere non è isolato. I dati mostrano come le carceri italiane soffrano di un sovraffollamento cronico con tassi medi attorno al 130-135 %, ben oltre la capienza regolamentare, un fattore che secondo esperti accentua lo stress, l’isolamento e la fragilità psicologica nei detenuti.
Associazioni per i diritti dei detenuti, sindacati della polizia penitenziaria e garanti regionali hanno più volte denunciato che le condizioni materiali all’interno delle carceri — spazi angusti, personale insufficiente, scarsi servizi sanitari e psichiatrici — contribuiscono all’escalation di suicidi e altri eventi critici.
Una tragedia che chiede risposte urgenti
Il suicidio del detenuto gelese si aggiunge a una lunga lista di tragedie che segnano il sistema penitenziario italiano nel 2025. Dietro ogni numero ci sono storie umane spezzate, fragilità psicologiche non trattate e un contesto di detenzione che mette in evidenza limiti strutturali e organizzativi profondi.
Il dibattito pubblico torna a chiedere interventi immediati — dall’incremento dei servizi di sostegno psicologico alla riduzione delle condizioni di sovraffollamento, fino a politiche penitenziarie orientate alla prevenzione e alla dignità delle persone ristrette — per evitare che altri drammi simili possano ripetersi.