il fatto
Anestetici scaduti in studio odontoiatrico a Catania, l'esperto: «Effetto compromesso»
Il direttore di Anestesia del Policlinico commenta il caso di un professionista denunciato dai Nas
Il professore Ettore Panascia e un'immagine dal controllo dei Nas
Anestetici scaduti sono stati trovati dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, nel corso di un’ispezione in uno studio odontoiatrico regolarmente autorizzato che ha la sede in pieno centro storico. L’attività di controllo è stata svolta con il supporto dei militari della Compagnia di Piazza Dante. I carabinieri del Nas hanno rilevato gravi irregolarità all’interno dell’ambulatorio: le violazioni riguardano le normative sanitarie. Gli investigatori hanno effettuato sia verifiche documentali che operative. In particolare i militari hanno riscontrato - come detto - la presenza e l’utilizzo di farmaci e dispositivi medici risultati scaduti, alcuni «dei quali pronti per essere impiegati - argomentano in un comunicato i carabinieri del Nas - nell’attività clinica quotidiana».
Gli accertamenti dei militari hanno consentito di ricostruire qualche anomalia nelle modalità di gestione da parte dell’odontoiatra dei materiali sanitari.
Il professionista, un 40enne, è stato denunciato all’autorità giudiziaria per le violazioni riscontrate, ferma restando la presunzione di innocenza valevole ora e fino a condanna definitiva. I carabinieri hanno anche proceduto al sequestro dei farmaci e dei dispositivi scaduti.
Ma quali sono i rischi della somministrazione di un anestetico scaduto? «L’effetto è identico a qualsiasi altro farmaco scaduto: non c’è un pericolo concreto per il paziente ma il farmaco iniettato può risultare non più efficace», ha spiegato a La Sicilia, Ettore Panascia, direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del Policlinico di Catania. «Ma la legge non lascia spazi ad alcuna interpretazione. I farmaci scaduti, di qualsiasi tipologia, devono essere eliminati dalle scorte di qualsiasi farmacia di una struttura ospedaliera, di un centro clinico o di un ambulatorio. I medici hanno una precisa responsabilità nell’utilizzo dei farmaci e devono essere vigili affinché si rispettino le normative vigenti. In questo caso concreto - argomenta Panascia - è importante quindi evidenziare la violazione di un dispositivo di legge che il camice bianco è tenuto a seguire nella gestione e nella conservazione del materiale sanitario e dei farmaci utilizzati. Il rispetto della legge è alla base della cura e tutela del paziente».