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Turismo

Uniamo presente e passato in un percorso storico

Allegrezza: "Partiamo dal ritorno alle origini e proseguiamo oltre"

Redazione La Sicilia

30 Settembre 2025, 15:22

30 Settembre 2025, 15:22

Uniamo presente e passato in un percorso storico

Una iniziativa sulle scalinate del duomo di San Pietro a Modica

Un acceleratore per gli attrattori naturali che raccontano l’essenza dei luoghi siciliani, capace di creare un turismo nuovo che unisce storia, tradizioni ed ospitalità. É il senso del Grand tour che, con la sua formula innovativa, sta raccogliendo consensi ed interesse diffuso, grazie alla sua capacità di cogliere l’essenza dei luoghi che attraversa esaltandone con la sua mappa ragionata tra storia e bellezza, il valore della lentezza ed il naturale fascino dell’Isola trasformandole nella sua forza.
A credere nel valore di un obiettivo comune e condiviso, ovvero quello di rendere le città siciliane luoghi migliori capaci di esaltare l’ospitalità tipica dell’Isola c’è anche Maria Monisteri, sindaco di Modica, che spiega così le ragioni del sostegno pieno all’iniziativa: «Il primo motivo di condivisione è sicuramente di valenza storica. Modica era la città da cui partiva il Grand tour 300 anni fa. Diventa per questa ragione naturalmente possibile unire presente e passato in un percorso storico che, partendo dal ritorno alle origini, consenta di seguire la tendenza attuale sulle rivisitazioni. Tendenza in questo caso applicata al turismo ed al suo rilancio ragionato». Per il sindaco Monisteri, «proprio così il turismo diventa il nucleo di partenza per lo sviluppo complessivo del territorio promuovendolo nella sua interezza, su larga scala, in maniera integrata e rivisitata in chiave attuale, adattandosi alle attuali richieste del settore».

Modica è una città che offre più attrattori naturali, come evidenzia Monisteri approfondendo le motivazioni a favore del Grand tour: «Si viene qui perché interessati dal cioccolato e si scopre al tempo stesso una città d’arte con una lunghissima storia. Si arriva a Modica per godere del fascino del tardo barocco e nel mentre si scoprono le nostre due frazioni balneari che hanno avuto il riconoscimento entrambe della bandiera blu. Frazioni balneari fatte di spiagge dorate e sopratutto libere, fruibili a tutti. Arrivando a Modica per apprezzare uno degli attrattori naturali che hanno fatto da stimolo si scopre molto altro ancora. Il Grand tour, in questo senso, diventa un’altra chiave di lettura, un ulteriore ed importante attrattore naturale verso Modica». Pollice in su per il valore del Grand tour e per la partecipazione e il sostegno alle adesioni al percorso arriva anche da Paolo Patanè, direttore del distretto turistico Sud est, che sottolinea come questo innovativa visione turistica integrata rappresenti «una lettura di questo territorio e al tempo stesso uno strumento che diventa una rilettura».
Il Grand tour, continua Patané, «è stato certamente uno degli eventi più importanti degli ultimi secoli e adesso può diventare occasione di rilancio per il settore». Se si guarda alla possibilità di fare dell’ambizioso progetto del Grand tour ulteriore parametro su cui costruire politiche culturali e turistiche, per Patanè bisogna allora «interrogarsi sulla sua essenza stessa perché questa è sia storia che futuro». I distretti turistici, adesso, devono «concentrarsi sull’offerta di servizi al visitatore», ma devono anche «lavorare per fare in modo che qui in Sicilia si trovi quello che non si può trovare altrove. Bisogna impegnarsi a difendere l’identità, i percorsi ed i luoghi che possiamo legare al Grand tour. Fare vivere e valorizzare la differenza tra il nostro sud est, fatto anche di lentezza, strade, sentieri e gli altri Sud est del mondo».