LA DISAVVENTURA
«Atterro di faccia»: la caduta (autoironica) di Fiorello in bicicletta, il racconto dal palco e la foto delle ferite
Il comico siciliano rivela l'incidente al Festival dello Spettacolo strappando sorrisi ma anche sottolineando i pericoli per chi si muove in bici in città
Il suono delle ruote sui sampietrini, l’alba che fa di Roma un set sospeso, il rientro a casa con la fretta di chi pensa: “posso farcela senza fermarmi”. Poi una frenata con la mano sbagliata, la faccia che tocca terra prima di ogni altra cosa e un commento in romanesco che tronca ogni illusione: “Ammazza, te sei rovinato”. Non è una gag scritta: è la disavventura capitata a Rosario “Fiorello” e raccontata in pubblico con la sua firma inconfondibile, quell’uso della autoironia che trasforma un urto in un aneddoto, una caduta in un piccolo manuale di sopravvivenza urbana. Lo ha rivelato dal palco del Festival dello Spettacolo, la tre giorni di incontri e show al Superstudio Più di Milano, andata in scena dal 24 al 26 ottobre 2025, organizzata con la regia di Tv Sorrisi e Canzoni.
Il racconto dal palco: l’alba romana, la pedalata e lo “svarione” al cancello
“Mi sveglio alle quattro e mezzo… A Roma, di mattina, è una delle cose più belle. Passo dai Fori Imperiali, dal Colosseo…”, premette Fiorello, dipingendo la capitale come un museo a cielo aperto attraversato in sella. Fin qui, poesia. Il cambio di tono arriva all’ingresso di casa: “C’è un primo cancello con una lunga discesa che porta al secondo cancello, quello che si apre con il telecomando. Per pigrizia non mi sono voluto fermare: volevo fare il figo”. È lì che la dinamica si inceppa. Con una mano occupata a cercare il telecomando e l’altra libera — la sinistra — lo showman tira il freno anteriore. Risultato: la bici si pianta, il corpo prosegue e “atterro di faccia”. Il seguito è un classico del suo repertorio: “Mi tirano su, chiedo ‘che c’ho?’, e l’operaio: ‘Ammazza, Fiorè, te sei rovinato’”. In sala, risate. Sul volto, allora, c’erano segni evidenti, mostrati con una foto scattata poco dopo l’incidente.
“Tre operai mi hanno soccorso”: chi c’era e cosa è successo subito dopo
Secondo il racconto, ad assisterlo sono stati tre operai che lavoravano a poche decine di metri dal cancello. Sono i primi a raggiungerlo, a tirarlo su di peso, a fare quell’istantanea diagnosi senza filtri che in romanesco suona come un referto e una battuta insieme: “te sei rovinato”. Nessuna conseguenza grave riferita, ma escoriazioni al volto e qualche giorno con i segni ben visibili. La foto esibita dal palco ne avrebbe documentato l’entità.
Dove e quando è stato raccontato: la cornice del Festival dello Spettacolo
Il contesto non è casuale: l’episodio è stato narrato al Festival dello Spettacolo, evento che ha riunito in tre giorni oltre 100 tra protagonisti e appuntamenti (talk, showcase, workshop) negli spazi del Superstudio Più di via Tortona 27, a Milano. Una cornice che incoraggia gli inediti e gli aneddoti personali, con i ruoli capovolti: star che si fanno confidenti e pubblico che diventa complice. Date e sede sono tracciate: 24–26 ottobre 2025, Superstudio Più.
La scena “comica” che fa scuola: perché quella frenata non andava fatta così
Il racconto strappa sorrisi, ma mette sul tavolo almeno tre concetti chiave per chi si muove in bicicletta in città:
- Il principio della “mano occupata”: cercare un oggetto — in questo caso un telecomando — mentre si governa una bici in discesa riduce la prontezza e conduce a errori istintivi.
- La frenata asimmetrica: tirare solo il freno anteriore (peraltro con la mano meno “educata” alla modulazione) aumenta il rischio di ribaltamento, soprattutto su pendenze e superfici irregolari come i sampietrini.
- La regola del “mi fermo e faccio”: anche quando il traguardo è a pochi metri — un cancello, un portone, una rampa — la fermata per riorganizzarsi resta l’opzione più sicura.
Sono linee guida elementari, ma la cronaca spicciola conferma che proprio gli ultimi 10–20 metri di un percorso, in ambito domestico o condominiale, sono tra i più insidiosi per distrazione e sovrastima delle proprie capacità. In questo senso, il monologo di Fiorello funziona anche come promemoria collettivo.
Roma alle cinque del mattino: fascino e trappole di una città “vuota”
L’incipit di Fiorello — “A Roma, di mattina, è una delle cose più belle” — non è un vezzo. All’alba, la città regala silenzio, strade libere e un’aria sospesa che fa gola a runner e ciclisti. Ma anche in quell’orario, la topografia della capitale — tombini, sampietrini, rampe a pendenza variabile — è una collezione di micro-rischi che una frenata mal gestita può amplificare. Il racconto lo sottolinea senza farne una lezione, ricordando che gli imprevisti nascono spesso in spazi privati: discese di accesso, cortili, cancelli con apertura automatica e tempi di reazione non immediati.
La foto del volto tumefatto: l’elemento che “ancora” l’aneddoto al reale
La risata persiste, ma si inchina a un dato: Fiorello ha mostrato una foto del suo volto pochi minuti (o ore) dopo l’impatto, con escoriazioni evidenti e tracce di sangue. È l’“oggetto” che trasforma una storia ben raccontata in un fatto incontestabile, come segnala chi ha riportato il passaggio dal palco. La scelta di esibire l’immagine — non morbosamente, ma per chiudere il cerchio comico — è in linea con la sua grammatica di showman: il pubblico ride, poi vede la realtà, e torna a ridere di quella realtà con lui.
“Non dico dove abito, altrimenti vengono i ladri”: la battuta che pesca nella cronaca
Tra una curva e l’altra del racconto, Fiorello ha scherzato anche sul non voler rivelare il quartiere in cui abita, “altrimenti i ladri…”. Una linea comica che non nasce nel vuoto: proprio nell’estate 2025 la sua villa romana è stata citata dalle cronache per un furto durante l’assenza della famiglia, con un bottino descritto come significativo. Non è questo l’oggetto del suo intervento milanese, ma è il contesto a cui allude quando si schermisce. Anche qui, la cronaca alimenta la battuta.
Il precedente “serio” del 2014: quando la caduta non faceva ridere
Quella di oggi è una botta rimediata con leggerezza. Ma nella storia personale di Fiorello c’è un precedente ben più serio: il 3 marzo 2014, in via della Camilluccia a Roma, fu coinvolto in un incidente in scooter con un pedone di 73 anni; lo showman riportò un trauma cranico e fu ricoverato al Policlinico Gemelli, mentre l’uomo investito subì fratture multiple. Il caso, allora, fu oggetto di grande attenzione mediatica, con le scuse pubbliche dello showman e le dimissioni dopo alcuni giorni di osservazione. È utile ricordarlo perché misura la distanza tra una disavventura — la caduta in bici — e un sinistro vero e proprio, con conseguenze mediche e giudiziarie.