Società
Pozzallo, presentato l'ultimo romanzo del procuratore della Repubblica del Tribunale di Ragusa Francesco Puleio
L'iniziativa promossa dal Rotary alla sala Meno Assenza caratterizzata da una conversazione approfondita su "I vivi e i morti"
Il saluto del sindaco Ammatuna al procuratore Puleio
Lo spazio cultura Meno Assenza di Pozzallo ha ospitato la presentazione del nuovo romanzo “I vivi e i morti”, opera di Francesco Puleio, procuratore della Repubblica del Tribunale di Ragusa. L’evento, promosso dal Rotary Club Pozzallo Ispica e introdotto dal presidente Gianluca Manenti, ha visto la partecipazione di Giorgio Liuzzo, responsabile provinciale del quotidiano "La Sicilia", e Andrea Mingo, prefetto del Rotary Club Pozzallo Ispica, che hanno conversato con l’autore in un dibattito intenso e coinvolgente.
“I vivi e i morti” segna il ritorno di Puleio alla narrativa con un noir dal ritmo incalzante e dalla lingua esplosiva. Al centro della trama, il commissario Santacroce – già noto ai lettori de “La città del vento” – si trova ad affrontare un nuovo caso di omicidio: la vittima, Antonino Serra, stimato professore universitario dai nobili natali, viene ritrovato morto nella sua automobile presso il complesso residenziale Torre dell’Angelo a Santo Stefano di S. Il caso si presenta sin da subito intricato: nessuna prova concreta, molti sospetti e un movente per ciascun personaggio coinvolto. Solo l’intuizione del commissario riuscirà a svelare l’enigma. La prosa di Puleio si distingue per la capacità di alternare registri con naturalezza, levigata nelle descrizioni e ruvida nei dialoghi, a riflettere la complessità dei personaggi e la tensione delle indagini.

Nel corso dell’evento, il procuratore Puleio ha condiviso con il pubblico il senso profondo del suo lavoro e l’intreccio indissolubile tra la sua esperienza di magistrato e la vocazione narrativa. “Quando parliamo di responsabilità, è inevitabile tornare alle origini della nostra cultura, alla Bibbia, all’episodio di Susanna e dei vecchioni, al giudizio di re Salomone. Qui, come nella tragedia greca di Edipo, il tema centrale rimane sempre la ricerca della verità e l’attribuzione della responsabilità” ha sottolineato Puleio.
“La giustizia è un’aspirazione che ci accomuna tutti, ma il raggiungimento di un perfetto equilibrio nella composizione dei conflitti è molto difficile nella realtà. Possiamo sforzarci, tendere a questo ideale, ma il consenso universale è spesso irraggiungibile. Nella pagina scritta, nella fantasia e nell’immaginazione, è più facile dare una risposta e risolvere un conflitto, mentre nella vita reale le cose raramente vanno al loro posto”.

L'autore ha inoltre evidenziato quanto la sua lunga carriera di pubblico ministero abbia influenzato la sua scrittura: “Ho sempre pensato che non si possa scrivere se non delle cose che si conoscono bene, meglio ancora se le si ama. Da quasi quarant’anni sono magistrato e questo percorso professionale ha inevitabilmente plasmato il mio modo di raccontare. Il noir mi permette di affrontare temi universali come la responsabilità, la colpa, la causa, ma anche di dare voce ai misteri e alle inquietudini che permeano la nostra società”.
Puleio ha raccontato con sincerità il suo approccio alla narrativa: “Quando ho iniziato a scrivere romanzi, mi sono reso conto che la scrittura narrativa è completamente diversa da quella tecnica, quella che ho sempre praticato come magistrato. Nella narrazione bisogna tenere conto di regole nuove, di una libertà espressiva che permette di scavare nella psicologia dei personaggi, di affrontare questioni sociali e di filtrare suggestioni letterarie che fanno parte del vissuto di ognuno di noi”. “I vivi e i morti” offre una triplice chiave di lettura: la trama poliziesca, che tiene il lettore con il fiato sospeso; la riflessione sulle interazioni sociali, con particolare riferimento alle realtà meridionali d’Italia, dove – come sottolinea l’autore – la coscienza civile e democratica non è ancora del tutto matura; e, infine, il richiamo alle suggestioni letterarie che hanno formato Puleio, dai grandi autori classici come Manzoni, De Cervantes e Tomasi di Lampedusa, giusto per citarne alcuni, fino agli autori contemporanei.

“Si può dire che nel libro sono presenti tutte le storie che mi hanno colpito e che sono entrate nel mio vissuto. Citare Manzoni, con la sua capacità di analisi e profondità, mi sembra quasi un atto di umiltà, ma credo sia fondamentale per chiunque voglia scrivere con autenticità” ha confessato Puleio, aggiungendo che “all’inizio del romanzo c’è poi una frase tratta dal libro de I Vicerè, una citazione che ho voluto inserire come segno di cambiamento e di preparazione a una nuova fase della vita”.
Durante la serata, l’autore ha anche voluto rassicurare i lettori sull’accessibilità del suo romanzo: “Non dovete pensare che questo sia un trattato di filosofia o un libro pesante. ‘I vivi e i morti’ è un libro che si può leggere ovunque: in auto, alla stazione, sotto l’ombrellone. È pensato per essere vicino alle persone, per accompagnarle nella quotidianità e nella riflessione, senza risultare mai troppo impegnativo”.
L’incontro ha registrato una significativa partecipazione di pubblico, testimoniando il forte interesse verso il tema della giustizia e la profondità della scrittura di Puleio. Il Rotary Club Pozzallo Ispica conferma così il suo ruolo di promotore culturale sul territorio, favorendo occasioni di confronto e crescita collettiva.
In conclusione, la presentazione de “I vivi e i morti” ha rappresentato non solo un appuntamento letterario imperdibile per gli amanti del noir, ma anche un momento di riflessione sui confini dell’animo umano, sulla responsabilità individuale e collettiva, e sull’eterna aspirazione alla giustizia. La letteratura, nelle parole di Francesco Puleio, continua ad essere uno strumento privilegiato per esplorare, comprendere e, forse, aggiustare il mondo che ci circonda.