LA POLEMICA
Sugar e plastic tax rinviate al 2027, ma per Confindustria non è abbastanza: «Siano abolite»
La Sicilia conta il 9,4 per cento delle aziende nazionali del settore dell'imbottigliamento. Lo sa bene Cristina Busi Ferruzzi, presidente dell'associazione degli industriali, già presidente di Sibeg e di Sibat Tomarchio

«Accogliamo con soddisfazione l'annuncio del governo di rinviare di un anno, al gennaio 2027, l'entrata in vigore della sugar tax e della plastic tax. È un segnale importante di ascolto verso le istanze di un’intera filiera agroalimentare, che da tempo avverte sugli effetti penalizzanti che avrebbe l’introduzione di queste misure sulla competitività, sull'occupazione e sugli investimenti». Lo afferma Cristina Busi Ferruzzi, presidente di Confindustria Catania e vicepresidente di Assobibe. A spiegare la proroga è stato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, annunciando il contenuto
«Il rinvio - aggiunge Cristina Busi Ferruzzi - rappresenta un passo nella giusta direzione e riconosce il valore economico e sociale dell’industria delle bevande analcoliche: un comparto che in Italia vale cinque miliardi di euro, conta cento stabilimenti tra multinazionali e pmi, occupa quasi centomila addetti e genera 421 milioni di euro di esportazioni. La prospettiva di introdurre nuove imposte come sugar e plastic tax continua però a generare incertezza, frenando la programmazione aziendale e incidendo in modo particolare sulle imprese del Mezzogiorno e della Sicilia».
«La nostra regione, che concentra il 9,4% delle aziende nazionali del settore - osserva la vicepresidente di Assobibe - rischia di subire un impatto ancora più pesante, con effetti negativi anche sulle filiere strategiche collegate, come quella ortofrutticola e agrumicola, già impegnate in un difficile percorso di rilancio».
«Per questo - conclude Cristina Busi Ferruzzi - riteniamo che l'unica soluzione realmente efficace sia l’abolizione definitiva di entrambe le tasse. Solo così sarà possibile garantire stabilità, sostenere la competitività delle imprese e valorizzare una filiera che contribuisce concretamente alla crescita economica del Paese e alla promozione del Made in Italy».