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I dati

L'economia della Sicilia continua a crescere più della media. Ma l'export soffre per il calo del settore petrolifero

Nel report di Bankitalia sul primo semestre 2025 numeri positivi sul Pil (+1,1%, meglio del resto del Paese), anche se la disoccupazione resta il doppio della media nazionale. Soddisfatto il presidente della Regione Schifani. Ma Confcommercio lancia l'allarme sul turismo «Pernottamenti in calo»

Leandro Perrotta

10 Novembre 2025, 18:21

L'economia della Sicilia continua a crescere più della media. Ma l'export soffre per il calo del settore petrolifero

Nel primo semestre del 2025 l’attività economica in Sicilia, seppure in leggero rallentamento, ha continuato a espandersi: in base all’Indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, il prodotto interno lordo è aumentato dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La crescita regionale si è confermata superiore alla media nazionale e a quella del Mezzogiorno. Ma non mancano le criticità: la disoccupazione è ancora a livelli doppi rispetto al resto d’Italia, attestandosi al 13,7% (6,7% a livello nazionale). Il tasso d’occupazione tra la popolazione attiva 15-64 anni, seppur passato dal 45,9 al 47,3% nei primi sei mesi del 2025, resta al di sotto della media non solo nazionale (62,6%) ma anche del resto del Mezzogiorno (49,9%).

Imprese: fatturati in aumento

Per le imprese: nei primi nove mesi del 2025 le aziende con fatturato in aumento hanno prevalso su quelle che ne hanno registrato un calo, ma gli andamenti sono stati migliori per le aziende di maggiori dimensioni (oltre 50 addetti); tra queste ultime, inoltre, i casi di incremento delle ore lavorate hanno prevalso su quelli di diminuzione in misura nettamente superiore rispetto alle imprese più piccole. Le aspettative sulle vendite per i prossimi sei mesi sono improntate a una sostanziale stabilità per oltre il 60 per cento delle aziende, a un incremento per circa il 30 per cento di esse.

Il settore petrolifero trascina in basso l'export

Segnali non positivi poi vengono dagli scambi con l’estero. Nel primo semestre del 2025 è proseguita la riduzione delle esportazioni di merci siciliane (-11,2% a prezzi correnti); la dinamica è stata più intensa rispetto al Mezzogiorno e di segno opposto alla media nazionale (rispettivamente -2,8% e +2,1%). Il calo è dipeso dal settore petrolifero, il cui peso sul totale dell’export regionale è sceso sotto la metà; sulla diminuzione del valore delle vendite del comparto (-28,1%) hanno inciso sia l’andamento delle quantità (-15% circa) sia quello delle quotazioni. Le esportazioni di prodotti non petroliferi sono aumentate del 15,2% rispetto allo stesso periodo del 2024, più della media nazionale, con un andamento differenziato tra i comparti: al calo nel settore chimico e farmaceutico si è contrapposto il forte incremento nell’elettronica, nella cantieristica navale e nell’agro-alimentare.

Turismo, dati in chiaroscuro

Sono invece in chiaroscuro i dati sul turismo, con un calo del 4% dei pernottamenti nel primo semestre dell’anno, a fronte della crescita registrata nel 2024 e di fatturati in linea. Per Gianluca Manenti, presidente di Confcommercio Sicilia, il dato rappresenta «un campanello d’allarme. Il turismo è una risorsa strategica per la Sicilia e non possiamo permetterci flessioni di questo tipo. È necessario un impegno condiviso tra istituzioni e operatori per rilanciare l’attrattività dell’Isola, puntando su promozione internazionale, destagionalizzazione dell’offerta e valorizzazione delle peculiarità territoriali».

«Il dato positivo sull’incremento dei crocieristi (+7,1%) e la crescita dei passeggeri internazionali negli aeroporti - conclude Manenti - dimostrano che esistono margini importanti di sviluppo. Tuttavia, serve una visione strategica complessiva, capace di trasformare questi segnali in un volano duraturo per l’economia siciliana. Confcommercio Sicilia è pronta a fare la sua parte, stimolando il confronto e proponendo soluzioni concrete per la crescita della nostra regione».

Schifani: «La Sicilia continua a guidare la crescita nazionale»

Più che positivo il commento sui dati del presidente della Regione Renato Schifani: «I dati di Bankitalia confermano quanto già evidenziato da diversi istituti di ricerca: la Sicilia cresce oggi più della media nazionale, guidando la ripresa economica del Paese. Nel primo semestre del 2025 il Pil regionale è aumentato dell’1,1%, un risultato che, pur in un contesto di rallentamento generale, testimonia la solidità del nostro tessuto produttivo e la capacità delle imprese di innovare e investire. È un risultato frutto dello sforzo del mio governo, in continuità con il lavoro avviato dall’esecutivo precedente nel difficile periodo post-Covid».

Il governatore ha poi aggiunto: «Anche Istat, Unioncamere, Svimez e The European House-Ambrosetti - prosegue - delineano un’Isola che ha invertito la rotta, diventando la locomotiva del Mezzogiorno. L’aumento dell’occupazione, la crescita dei redditi e dei consumi, la solidità del credito e il rilancio di edilizia e servizi sono segnali concreti di fiducia e prospettiva. Il mio governo continuerà a sostenere questa traiettoria con politiche per la competitività, l’attrazione di investimenti e la valorizzazione delle eccellenze siciliane, per una crescita stabile e duratura».