Il convegno
Agroalimentare e sviluppo sostenibile, «Ogni prodotto negli scaffali racconta una storia»
Si è parlato anche del ruolo della Grande distribuzione nell’evento promosso dal Gruppo Arena
“La sostenibilità del carrello non riguarda solo l’ambiente. Riguarda l’economia reale, il lavoro, le imprese agricole e i territori” ha detto Giovanni Arena, amministratore delegato del Gruppo Arena. “Ogni prodotto che entra negli scaffali – ha spiegato - racconta una storia fatta di persone, investimenti e scelte produttive. Il nostro compito è fare in modo che quel carrello sia giusto: per il consumatore, per i produttori e per il sistema Paese”. Precisando poi, a scanso di equivoci, che “non è una moda. È una scelta obbligata. Le aziende che non saranno sostenibili non avranno futuro”.
Davanti ad una platea gremita di imprenditori, Arena ha poi sottolineato come la relazione con il mondo agricolo debba evolvere in chiave strutturale: “Noi non lavoriamo con fornitori, ma con partner. La filiera agroalimentare non è un costo da comprimere, ma un patrimonio industriale da valorizzare. La sostenibilità vera nasce da rapporti stabili, programmazione e crescita condivisa”. Per Arena, la grande distribuzione oggi è una piattaforma industriale: “Non siamo più soltanto un canale commerciale, ma un’infrastruttura economica che orienta i consumi e, di conseguenza, la produzione. Questo comporta una responsabilità enorme che va ben oltre il prezzo”.
Con un passaggio netto che ha segnato uno dei momenti centrali del confronto. Parlando da imprenditore, Arena si è poi soffermato sulla logistica e il trasporto. “Se vogliamo che la Sicilia cresca davvero come sistema produttivo, non bastano le buone filiere: servono infrastrutture moderne, collegamenti efficienti e scelte strutturali”. Un esempio? Il Ponte sullo Stretto: “Non è una scelta di destra o di sinistra: è dei siciliani e degli italiani. Serve a facilitare la logistica e i trasporti, a migliorare gli scambi tra le regioni e tra l’Italia e i Paesi europei. Senza infrastrutture non c’è competitività”.
L’imprenditore ha chiesto infine certezza del diritto e incentivi sicuri. “Alle imprese servono norme certe e stabili. Non possiamo programmare investimenti di medio e lungo periodo con regole che cambiano continuamente, con misure temporanee o con fondi inadeguati. Serve continuità, non interventi a termine” ed ha auspicato che “le misure industria 4.0 e 5.0” siano “rese strutturali. Gli strumenti che accompagnano gli investimenti – ha concluso Arena - non possono essere intermittenti, altrimenti le imprese restano in sospeso e rinviano le decisioni strategiche”.
Anche il rettore dell’Università di Catania, Enrico Foti, ha richiamato il valore della collaborazione tra mondo accademico, imprese e istituzioni come leva per la crescita dei territori e per una transizione sostenibile della filiera agroalimentare. E’ seguito un vivace dibattito con il sindaco di Misterbianco Marco Corsaro, il deputato regionale Nicola D’Agostino, la docente universitaria Alessandra Gentile, l’Assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo e il presidente di SiciliaFiera Nino Di Cavolo.