la guida
Secondo il Gambero rosso in Sicilia c'è uno dei migliori sushi d'Italia, ecco dove trovarlo
In vetta alla classifica italiana con Tre Bacchette. "Il segreto? Il sushi fusion: unire la logica orientale con la tradizione mediterranea"
Presentata a Roma, presso lo Spazio Field, la terza edizione della Guida Sushi 2026 del Gambero Rosso che illustra e seleziona 230 indirizzi, con oltre 50 novità. Aumentano i premiati con le Tre Bacchette (42), massimo riconoscimento per questo settore dedito al japan food, 4 i premi speciali e la nuova sezione dedicata a take away, botteghe specializzate e izakaya. Milano si conferma la città più premiata per il sushi e quella che, insieme a Roma, meglio valorizza il sake, mentre è a Napoli la Novità dell’Anno.
Tra le eccellenze premiate spicca Hio Sushilab, che per il secondo anno consecutivo ottiene le Tre Bacchette, il più alto riconoscimento assegnato dalla prestigiosa guida. "Per il secondo anno consecutivo ricevere le Tre Bacchette del Gambero Rosso e rappresentare la Sicilia è un’emozione che mi riempie di gratitudine. Questo riconoscimento non è solo un premio, ma il frutto di un percorso fatto di passione, ricerca e dedizione quotidiana - scrive sui social Filippo Gugino - Un grazie sincero va a tutta la mia squadra, che ogni giorno mette il cuore in ciò che fa, e a chi continua a credere nel nostro lavoro e a sostenerci con entusiasmo. Dietro ogni piatto ci sono mani, pensieri e sogni: questo risultato appartiene a tutti noi. Continueremo a crescere, a migliorarci e a raccontare la nostra idea di cucina con la stessa passione di sempre".

Lo chef e patron del ristorante palermitano, che guida con il socio Benny Ciotta, per il sushi ha in cucina uno chef giappone. "Il segreto del successo? La passione, dieci anni fa ci siamo appassionati alla cucina nipponica e non l'abbiamo più lasciata - racconta al telefono - Il nostro è sushi fusion, uniamo le logiche orientali con i nostri prodotti migliori, come il gambero rosso, e poi alcune salse particolari di cui non posso dire la ricetta. Mettiamo grande attenzione alla qualità dei prodotti. E cerchiamo di proporre non solo riso e pesce ma anche altri piatti che utilizzano le risorse dell'Oriente reinterpretate dalla tradizione mediterranea".

Molti accostamenti insoliti tra Oriente e Occidente. I piatti forti sono: bao con wagyu e tartufo, gyoza con gambero rosso e ricci, tacos con scampi e caviale, sushi oro di mare, un uramaki con gambero rosso di Mazara, avocado, tartare di scampi e riccio di mare, e poi quello che definisce "il must", capesante e tartufo.

Per Pina Sozio, curatrice della pubblicazione «esiste un filo rosso che unisce la cucina italiana a quella nipponica: l’amore per la materia prima, il rispetto per l’ingrediente e la ricerca costante per esaltarne le peculiarità. La passione degli italiani per la tradizione gastronomica giapponese è evidente in tutta la Penisola, con il fiorire dei banchi dedicati all’omakase, la crescita costante degli eleganti locali di fine dining, il boom delle izakaya e un’attenzione sempre maggiore nei confronti del sake e della mixology del Sol Levante. E gli estimatori sono in costante aumetno».

Gli esercizi recensiti sono 230, in netto aumento rispetto allo scorso anno. Si arricchisce anche la rosa dei premiati con le Tre Bacchette - massimo rating in termini di eccellenza - che passano a 42, con 11 nuovi ingressi distribuiti lungo tutto il territorio. Quattro i Premi Speciali: novità dell’anno (Ruri Kaiseki a Napoli), valorizzazione del sake (Iyo Omakase a Milano ed Enosake a Roma), miglior carta dei vini (Uni Restaurant a Cervia) e miglior proposta di bere miscelato (Sentaku Izakaya a Bologna).

Novità di questa edizione è l’appendice dedicata non solo ai migliori take-away, ma anche alle botteghe specializzate e gli izakaya, per chi cerca un tipo di esperienza autentica e informale, senza rinunciare alla qualità. «La cucina giapponese in Italia ha raggiunto un livello di maturità impensabile solo pochi anni fa. Nei ristoranti in Guida ritroviamo quella complessità di cotture, ingredienti e tradizioni che rende la cucina nipponica così tremendamente affascinante. E oggi assistiamo a contaminazioni sempre più interessanti, sia come sapori che nei modelli di ristorazione», commenta Lorenzo Ruggeri, direttore responsabile de Gambero Rosso.