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Attualità

Diocesi di Ragusa, chiuso il giubileo

Questa sera la funzione religiosa in cattedrale presieduta dal vescovo La Placa

01 Ottobre 2025, 21:25

01 Ottobre 2025, 21:24

Diocesi di Ragusa, chiuso il giubileo

Il vescovo con il clero diocesano (foto Bracchitta)

Solenne pontificale questa sera in cattedrale, presieduto dal vescovo mons. Giuseppe La Placa, a conclusione del Giubileo della Diocesi di Ragusa per il 75° anniversario dalla sua istituzione (1950–2025). Nell’omelia, il presule ha invitato alla gratitudine per il cammino compiuto dalla Chiesa iblea (foto Bracchitta). “Questa celebrazione eucaristica vuole essere innanzitutto un rendimento di grazie al Signore che non ha mai abbandonato la nostra Chiesa, ma l’ha sempre sostenuta con la forza del suo Spirito. Guardando la nostra storia, seppur breve, riconosciamo la mano provvidente di Dio, la nascita della Diocesi, la dedizione dei nostri sacerdoti e dei nostri pastori, l’impegno generoso di tanti fedeli laici, la fondazione di istituzioni di carità e di formazione, l’attività missionaria, la vitalità dei gruppi ecclesiali, la testimonianza della vita religiosa e contemplativa e la dedizione fedele, i tanti consacrati e consacrate: tutto questo costituisce un vero e proprio mosaico di Grazia tessuto giorno dopo giorno, reso vivo dalla presenza costante del Signore”.

“La Chiesa – ha proseguito mons. La Placa – è grembo che genera la fede, seno che nutre di consolazione, casa che accoglie e custodisce. La Chiesa è madre per vocazione, chiamata a essere segno visibile dell’amore di Dio che accoglie, rendendo presente nella storia la tenerezza del Padre. Anche la nostra Chiesa di Ragusa in questi 75 anni di vita ha cercato di vivere questa maternità, ha generato una fede nel Vangelo e nella tradizione apostolica, ha nutrito intere generazioni attraverso i sacramenti ed educato giovani e famiglie, servito i poveri e consolato i sofferenti. In questo cammino possiamo riconoscere la fedeltà di Dio che non ci ha fatto mai mancare la dolcezza del suo amore, rendendo la nostra Chiesa un grembo di vita nuova e di speranza”. “Ciò che è autentico spesso cresce lentamente, in modo invisibile agli occhi del mondo ma profondamente efficace nella costruzione del Regno di Dio. Qui sta la bellezza del Vangelo. La grandezza non è ostentazione ma umiltà, pazienza e fiducia nell’azione misericordiosa di Dio; è un invito a ridimensionare le nostre ansie di risultato e a comprendere che la vita cristiana non si misura solo con numeri o visibilità immediata ma con la fedeltà quotidiana e i piccoli gesti d’amore che nascono da un cuore sincero. Oggi, al termine di questo nostro Giubileo, volgiamo lo sguardo al Signore con profonda gratitudine, riconoscendo quanto Egli ha operato nelle nostre vite e nella vita della nostra Chiesa locale”.

“Preghiamo il Signore affinché la nostra Chiesa, benedetta da Lui, sia Madre per tutti i suoi figli; come Maria, sappia vivere con fedeltà lo stile della semplicità e della piccolezza evangelica e cammini nel mondo come pellegrina di speranza, testimone dell’amore di Dio”, ha concluso il vescovo.