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il caso

All'ospedale di Acireale la sbarra non si alza e l'ambulanza resta sotto... sequestro

Denuncia della Misericordia: "Non ci hanno fatto uscire perché avevamo sforato i 15 minuti di permanenza all'interno, che non bastano"

Redazione Catania

04 Novembre 2025, 22:44

All'ospedale di Acireale la sbarra non si alza e l'ambulanza resta sotto... sequestro

«Anche ieri - ancora una volta - la sbarra del presidio ospedaliero Santa Marta e Santa Venera di Acireale è rimasta abbassata davanti a un mezzo di una delle Misericordie afferente al comitato provinciale di Catania. A bordo del pulmino adibito a trasporto disabili, rimasto bloccato per oltre un’ora, una paziente che aveva appena usufruito di un intervento specialistico. Alla base, l'ennesima richiesta di pagamento della sosta, per aver sforato il tempo massimo di stazionamento nella struttura sanitaria».

A denunciarlo, con una nota, il Comitato provinciale delle Misericordie, che prosegue: «I volontari, dopo aver cercato di dialogare con l’operatrice della Cooperativa Sociale "Eco-Tourist" che gestisce le aree di sosta all’interno di diversi ospedali catanesi, sono stati costretti ad allertare le forze dell'ordine attraverso il numero di emergenza 112».

«Abbiamo atteso per un po’ le forze dell’ordine - hanno commentato i volontari, che avrebbero pure chiesto di alzare la sbarra per poi ricevere a domicilio la sanzione - ma vedendo che la nostra paziente accusava uno stato di malessere generale legato al post intervento, abbiamo preferito far prevalere il suo benessere, pagando il ticket per “liberare” il mezzo».

«Siamo ancora una volta davanti ad un diritto alla salute leso - ha affermato il presidente provinciale delle Misericordie, Alfredo Distefano - Abbiamo inviato da mesi una nuova nota al Prefetto di Catania ma non abbiamo ricevuto riscontro ufficiale».

Da oltre due anni le Misericordie del Catanese denunciano la problematica legata alla richiesta del pagamento di denaro dopo 15’ di permanenza all'interno degli ospedali. Una tempistica insufficiente per garantire un'assistenza adeguata ai pazienti trasportati. E a «nulla è valso l’intervento dell’allora prefetto Maria Carmela Librizzi, che ha vanamente spinto per una rapida soluzione del problema».

«Prefetti e direttori generali cambiano - conclude Distefano - ma il problema resta a discapito dei cittadini».