medio oriente
Hamas rinvia la consegna di un ostaggio: tensioni crescenti tra Israele e Gaza minacciano il cessate il fuoco
La fragile tregua vacilla: il rinvio dopo nuovi attacchi ordinati da Netanyahu
La tregua fragile tra Israele e Hamas, mediata dagli Stati Uniti, ha subito un nuovo colpo nella serata del 27 ottobre, quando le Brigate Ezzedine Al-Qassam hanno annunciato il rinvio della consegna del corpo di un ostaggio israeliano. Il gesto, previsto nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco, è stato sospeso in risposta a quelle che Hamas ha definito “violazioni dell’occupazione” da parte israeliana.
Un equilibrio precario
Secondo la nota diffusa dal braccio armato di Hamas, “qualsiasi escalation israeliana ostacolerà la ricerca e il recupero dei corpi”. L’annuncio è arrivato pochi minuti dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato nuovi attacchi sulla Striscia di Gaza, alimentando ulteriormente le tensioni già elevate.
Il corpo in questione sarebbe stato il sedicesimo restituito da Hamas, su un totale di 28 richiesti da Israele nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre. Tuttavia, la bara consegnata il giorno precedente conteneva i resti di una persona già riportata in Israele nel 2023, provocando l’indignazione del governo israeliano, che ha parlato di “grave violazione” dell’intesa.
La reazione israeliana
La risposta di Israele non si è fatta attendere. Netanyahu ha convocato una riunione urgente con i vertici militari e politici per valutare le prossime mosse. Fonti vicine al governo parlano di una possibile revisione della “Linea Gialla”, il confine operativo tra Israele e Gaza, e di un’intensificazione delle operazioni militari.
Il rischio di un nuovo collasso
La restituzione dei corpi degli ostaggi è uno dei punti più delicati dell’accordo di tregua. Hamas sostiene di non riuscire a localizzare tutti i corpi, alcuni dei quali potrebbero essere sepolti sotto le macerie causate dai bombardamenti israeliani o detenuti da altri gruppi armati presenti nella Striscia.
Israele, dal canto suo, accusa Hamas di tergiversare e di usare la questione degli ostaggi come leva politica. La crescente tensione rischia di compromettere definitivamente il cessate il fuoco, con conseguenze drammatiche per la popolazione civile già provata da mesi di conflitto.
Uno spiraglio diplomatico?
Nonostante l’escalation, le diplomazie internazionali continuano a lavorare per mantenere aperto il canale del dialogo. Gli Stati Uniti, principali mediatori dell’accordo, hanno espresso preoccupazione per gli ultimi sviluppi e invitato entrambe le parti alla moderazione.