«Ora sto meglio. Ho sentito un boato ed è venuto tutto giù, è crollato tutto». Così il muratore Gaetano La Manna, ferito nel cedimento e appena dimesso dall’ospedale San Giovanni, ricorda gli attimi che hanno preceduto il disastro. Il materiale precipitato dall’alto gli ha lasciato segni evidenti: un ematoma sotto l’occhio destro ancora gonfio, alcuni punti sul sopracciglio e nella parte posteriore della testa. Riesce comunque a camminare. Al momento del crollo, racconta, lui e i colleghi erano «sparpagliati», non tutti nello stesso punto, poi «dall’alto sono caduti i calcinacci».
Sulla complessità dell’intervento è intervenuto anche il prefetto di Roma, Lamberto Giannini: «È delicata e molto delicata. I tempi non li possiamo prevedere anche perché si va passo passo, cercando di evitare che possano esserci nuovi cedimenti e nuovi crolli. Adesso si cerca di conciliare la celerità per dare le cure migliori alla persona, con la prudenza perché l’ambiente è molto complicato».
«Stiamo seguendo da vicino, da questa mattina la straordinaria attività dei vigili del fuoco. Lo sforzo è corale e la situazione è delicatissima. C'è un cauto ottimismo da parte di chi sta lavorando per cercare di salvare questa vita. Noi siamo qui e qui restiamo fino a che non avremo cose da comunicare, sperando siano positive. Siamo anche accanto alla moglie e a tutti quanti. Ci parliamo, la seguiamo, così come l’ambasciatrice». Lo ha detto il ministro della cultura Alessandro Giuli, nel corso del punto stampa ai Fori Imperiali per l’aggiornamento sul crollo della Torre dei Conti ai Fori Imperiali, e delle operazioni di soccorso dell’operaio sotto le macerie.