PARIGI
Sarkozy, chiesta la scarcerazione. L'ex presidente francese: «La galera è molto dura»
È stata la stessa procura a sollecitare la libertà vigilata per l'ex capo dell'Eliseo
La Procura ha sollecitato la scarcerazione di Nicolas Sarkozy con applicazione della libertà vigilata, imponendogli il divieto di contatto con gli altri imputati e con i testimoni del cosiddetto dossier libico. La pubblica accusa ha precisato che “l’estrema gravità dei fatti e la dimensione della pena” non devono incidere sulla decisione, la quale deve essere guidata “unicamente dai criteri dell’articolo 144 del Codice di procedura penale”.
La norma elenca le sole condizioni che possono giustificare la custodia cautelare: il rischio di inquinamento delle prove e la possibilità di contatti con coimputati.
Nel corso dell’udienza a Parigi sulla sua richiesta di rimessa in libertà dal carcere di La Santé, l’ex presidente francese - rinchiuso da 20 giorni - ha ribadito la propria posizione. “Voglio che ci si convinca di una cosa: non ho mai avuto l’idea folle di chiedere al signor Gheddafi qualsiasi finanziamento. Mai riconoscerò qualcosa che non ho commesso”, ha dichiarato Sarkozy. Ha quindi sottolineato di aver “risposto scrupolosamente a tutte le convocazioni” e di non aver “mai immaginato di raggiungere i 70 anni per conoscere il carcere”. La detenzione, ha aggiunto, “è dura, molto dura”, “è estenuante”, “un incubo”. “So che questa non è la sede per discutere il merito del mio caso. Ma non ho mai avuto l’idea o la folle intenzione di chiedere soldi al signor Gheddafi. E non confesserò mai qualcosa che non ho fatto”, ha insistito. Consapevole “della gravità delle accuse”, Sarkozy ha affermato che “tre settimane al carcere di La Santé non cambieranno” il suo atteggiamento. “Sono francese, signor Presidente, la mia famiglia è in Francia. E rispetterò tutti gli obblighi che mi sono stati imposti”.
Secondo i media francesi, la Corte d’Appello di Parigi si pronuncerà alle 13.30