×

Il caso

«Il generale ucraino Zaluzhny dietro all'attacco al condotto Nord Stream»

La clamorosa rivelazione riportata dal Wall Street Journal: «Pista tedesca sull'ex capo militare ucraino»

Redazione La Sicilia

10 Novembre 2025, 19:26

19:46

Un'esplosione del nord stream

La clamorosa operazione di sabotaggio ai gasdotti Nord Stream, che tagliò i rifornimenti di gas russo alla Germania, secondo la polizia tedesca fu condotta da «un’unità militare ucraina d’élite sotto la diretta supervisione dell’allora comandante in capo delle forze armate, Valeriy Zaluzhny», con l’obiettivo di «ridurre le entrate petrolifere di Mosca e i suoi legami economici con Berlino». È la nuova rivelazione, contenuta in una ricostruzione del Wall Street Journal, su uno degli episodi più controversi della guerra scoppiata nel febbraio del 2022. Che punta il dito in modo diretto sulle più alte sfere di Kiev e sul potente generale che divenne eroe nazionale per aver impedito la caduta della capitale nei primi giorni dell’offensiva russa, salvo poi essere silurato due anni dopo da Volodymyr Zelensky.

L’attacco al Nord Stream, definito dal Journal «il più grande sabotaggio dell’storia moderna», fu sferrato a settembre del 2022, sei mesi dopo l’inizio dell’invasione russa. Ci fu subito un rimpallo di accuse tra Mosca e Kiev, ma dopo anni di indagini gli inquirenti tedeschi spiccarono mandati d’arresto per tre soldati di unità speciale ucraina e quattro sommozzatori. Mentre Serhii Kuznietsov, il presunto coordinatore dell’operazione, di recente è stato arrestato in Italia, dove è in attesa di estradizione in Germania. Secondo le accuse, si sarebbe imbarcato da Rostock con il suo team su uno yacht a vela per piazzare alcuni ordigni sotto i due gasdotti.

Kuznietsov ha preso le distanze dalle accuse, ma secondo la polizia tedesca il blitz nei mari del Baltico non è stato il frutto di dell’iniziativa estemporanea di un cane sciolto. Al contrario, la regia dell’operazione sarebbe da rintracciare a Kiev. Al vertice più alto della catena militare, rappresentata in quel momento dal generale Zaluzhny, spiega il Wsj. Rilevando che la direzione presa dalle indagini ora «minaccia di frantumare il sostegno all’Ucraina» finora garantito dagli occidentali. A partire proprio dalla Germania, tra i Paesi che più hanno contribuito a finanziare ed armare Kiev. A Berlino infatti l’estrema destra dell’Afd ha sfruttato il malcontento generale per l’impennata dei prezzi dell’energia, dopo l'interruzione dei flussi dalla Russia, ed ora sta conducendo una campagna per tagliare gli aiuti agli ucraini.

Zaluzhny è stato certamente la figura chiave della resistenza ucraina nella prima fase della guerra, guidando tra l’altro la controffensiva dell’autunno 2022 che liberò la regione di Kharkiv, e poi anche Kherson. In seguito tuttavia l'iniziativa ucraina si arenò e a febbraio del 2004 Zelensky decise di cambiare la guida delle forze armate. Secondo altre voci, anche perché temeva la popolarità del generale. Lo stesso Zaluzhny, che è diventato ambasciatore a Londra, non hai mai escluso di volersi candidare alla presidenza, una volta che la guerra sarà finita.

Nell’ultimo anno e mezzo il ruolo del comandante in capo delle forze ucraine è stato affidato a Oleksandr Syrsky, che in questa fase del conflitto deve fare fronte alla rinnovata pressione dei russi, soprattutto nel Donbass. Proprio Syrsky, parlando con il New York Post, ha confermato che «la situazione in prima linea è tesa, perché il nemico sta conducendo un’operazione offensiva strategica» nel Donetsk «radunando la maggior parte delle forze per conquistare» quel che resta della regione in mano agli ucraini.
In assenza di svolte diplomatiche, la guerra in Ucraina resta al centro dell’attenzione delle cancellerie europee. A Roma il presidente Sergio Mattarella ha convocato per il 17 novembre il Consiglio supremo di difesa: in agenda, l’esame dell’evoluzione dei conflitti in corso e delle iniziative di pace, con particolare riferimento all’Ucraina ed al Medio Oriente, e una valutazione sulle minacce ibride con riferimento anche alle possibili ripercussioni sulla sicurezza dell’Unione Europea e dell’Italia.

Articolo di Luca Mirone (Ansa)