×

Il caso Kessler

Suicidio assistito, qual è la situazione in Italia dopo i casi Englaro, Welby e Dj Fabo

Tante le richieste di informazioni sul fine vita che giungono al Numero bianco coordinato da Valeria Imbrogno

Redazione La Sicilia

17 Novembre 2025, 20:27

suicidio

In Italia anche Ada, 44 anni, campana affetta da sclerosi laterale amiotrofica, e Libera, 54enne toscana completamente paralizzata per una forma progressiva di sclerosi multipla, vorrebbero accedere al suicidio assistito come hanno fatto le gemelle Kessler in Germania. Nonostante l’autorizzazione dell’Asl, però, attendono ancora di poter procedere.

Nel nostro Paese il fine vita è da sempre un terreno divisivo. Nel 1992 l’opinione pubblica si spezzò sul caso di Eluana Englaro, rimasta in stato vegetativo permanente dopo un incidente: il padre portò avanti una lunga battaglia legale, culminata dopo 17 anni e 15 sentenze, fino alla morte della figlia, avvenuta a Udine il 9 febbraio 2009.

Anche sull’onda di quella vicenda, nel 2017 fu approvata la legge che disciplina le Dat, le disposizioni anticipate di trattamento, traguardo raggiunto dopo le mobilitazioni seguite anche al caso di Piergiorgio Welby contro l’accanimento terapeutico e per il riconoscimento dell’eutanasia.

Sul suicidio assistito manca ancora una legge, ma la scelta di porre fine alla propria vita è stata in parte regolata dalla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale, scaturita dal caso Cappato–Antoniani (Dj Fabo). La Consulta, dichiarando parzialmente incostituzionale l’articolo 580 del codice penale, ha ammesso l’accesso alla procedura entro confini rigorosi: la persona deve essere capace di autodeterminarsi, affetta da una patologia irreversibile fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ritiene insopportabili, e dipendente da trattamenti di sostegno vitale.

Tra il 2016 e il 2019 il confronto pubblico si è riacceso proprio grazie all’intervento della Consulta, senza però approdare a riforme organiche. Nel 2021 una proposta di legge sul fine vita ottenne il primo via libera dall’Aula della Camera, ma si arenò in Senato. Oggi si attende un nuovo testo di iniziativa della maggioranza, come deciso in una riunione a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, ma le posizioni dei partiti restano distanti. «C’è allo studio un testo del Parlamento e quindi credo che il Parlamento debba esprimersi su questo argomento così delicato», ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci.

Ad oggi sono 16 le persone che hanno ricevuto il via libera al suicidio assistito in Italia: 12 hanno portato a termine la procedura, due hanno rinunciato dopo l’ok e due sono in attesa. Negli ultimi dodici mesi sono pervenute 16.035 richieste di informazioni sul fine vita tramite il Numero Bianco, coordinato da Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo, e attraverso le email inviate all’Associazione Luca Coscioni: una media di 44 contatti al giorno, con un aumento del 14% rispetto ai dodici mesi precedenti.