×

carabinieri

Un'inchiesta scuote il lusso della moda: si indaga su produzione e caporalato

Pm di Milano chiede a tredici aziende di consegnare i documenti di appalti a subappalti

Laura Mendola

04 Dicembre 2025, 08:02

Un'inchiesta scuote il lusso della moda: si indaga su produzione e caporalato

Dietro le vetrine scintillanti e le passerelle illuminate, il mondo della moda nasconde spesso lati oscuri che raramente arrivano sotto i riflettori. È quello che sta cercando di portare alla luce il pm di Milano Paolo Storari, che ha acceso un faro sul fenomeno del caporalato non solo nel settore del lusso, ma anche in altre filiere produttive.

Con l’aiuto dei carabinieri del Nucleo ispettorato lavoro, Storari ha chiesto a 13 grandi gruppi della moda di consegnare tutta la documentazione relativa ai sistemi di controllo sugli appalti e subappalti. Non si tratta di un dettaglio burocratico: è un passo decisivo per capire se dietro l’eleganza dei marchi più celebri si nasconda lo sfruttamento di manodopera.

Il recente caso Tod’s aveva già fatto rumore, ma ora la lista si allunga e comprende nomi che evocano immediatamente lusso e prestigio: Dolce & Gabbana, Versace, Prada, Gucci, Missoni, Ferragamo, Yves Saint Laurent, Givenchy, Pinko, Coccinelle, Adidas, Alexander McQueen Italia, Off-White Operating.

Secondo gli atti, da altre indagini sarebbero emersi episodi inquietanti: lavoratori cinesi costretti a vivere e lavorare in laboratori-dormitorio, in condizioni di sfruttamento, e prodotti riconducibili proprio a questi marchi trovati all’interno di quegli opifici. È un’immagine che stride con quella patinata delle campagne pubblicitarie e delle sfilate, e che obbliga a interrogarsi sulla filiera produttiva.

La Procura non accusa direttamente le maison, ma chiede trasparenza: vuole capire se i sistemi di controllo interni siano davvero efficaci o se abbiano lasciato spazio a pratiche illegali. In altre parole, se il lusso che vediamo nelle boutique sia costruito su fondamenta solide o se poggi, almeno in parte, sullo sfruttamento di chi lavora nell’ombra.