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"Il progetto "Un museo da vivere" può rilanciare l'archeologico ibleo"

L'analisi dei consiglieri comunali Bennardo e Caruso dopo l'annuncio del finanziamento per l'ammontare di 400mila euro

Redazione Ragusa

20 Ottobre 2025, 08:56

"Il progetto "Un museo da vivere" può rilanciare l'archeologico ibleo"

I consiglieri Federico Bennardo e Rossana Caruso

I consiglieri comunali Rossana Caruso e Federico Bennardo esprimono soddisfazione per l’ottenimento del finanziamento regionale destinato al progetto “Un museo da vivere”, che interesserà il Museo archeologico ibleo di via Natalelli a Ragusa. L’iniziativa, finanziata per un totale di 399.996 euro a valere sull’Azione 4.6.1 del PR FESR Sicilia 2021-2027, rappresenta un’opportunità concreta per rilanciare un luogo culturale che da troppo tempo versa in condizioni di marginalità.

Il progetto è stato proposto dall’ufficio periferico – Parco Archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica, che ha curato la candidatura con il supporto tecnico di Giuseppe Morando, direttore del Parco, e Assunta Adamo, e ha trovato il sostegno dell’assessorato regionale ai Beni culturali. Un plauso all’impegno costante del deputato Ignazio Abbate, che ha seguito con attenzione l’iter a livello regionale.

“Accogliamo con grande favore – dichiarano Caruso e Bennardo – un progetto che segna una svolta culturale importante. ‘Un museo da vivere’ abbandona la logica statica dell’esposizione e punta a trasformare il museo in un polo dinamico, inclusivo e tecnologicamente avanzato, capace di attrarre pubblici nuovi e più diversificati”. La proposta prevede la creazione di una webapp multilingua per visite personalizzate, l’introduzione di linguaggio Easy to read, percorsi per non vedenti, ipovedenti e non udenti, l’uso di riproduzioni 3D tattili e occhiali in realtà aumentata con contenuti didattici dedicati anche alle scuole e ai soggetti fragili.

Tuttavia, i consiglieri richiamano l’attenzione su una condizione strutturale che il progetto stesso denuncia con chiarezza: “Il punto di partenza – affermano – è la marginalità culturale in cui il Museo archeologico ibleo si trova oggi. È un luogo purtroppo scollegato dai circuiti scolastici, turistici e associativi, con un allestimento poco coinvolgente e contenuti offerti esclusivamente in lingua italiana. I dati sui flussi di cassa e sulle visite parlano chiaro: il museo è stato finora un contenitore silenzioso, poco accessibile e lontano dalle dinamiche sociali del territorio”. Una criticità confermata dallo stesso dossier progettuale che sottolinea come l’attuale assetto del museo lo renda “spettatore passivo dell’attestata e crescente emergenza delle nuove etnie e della differenziazione sociale”, incapace di intercettare l’interesse delle comunità locali e delle nuove generazioni.

“Per questo motivo – aggiungono Caruso e Bennardo – ‘Un museo da vivere’ deve rappresentare non un semplice progetto innovativo, ma l’inizio di una vera strategia di rilancio culturale, dove tecnologia, accessibilità e inclusione siano strumenti per ricostruire il legame tra il museo e la comunità”. I consiglieri comunali concludono ringraziando tutti i soggetti coinvolti, a partire dal Parco archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica, e ribadiscono il loro impegno a monitorare l’attuazione del progetto e a collaborare affinché l’iniziativa abbia continuità e ricadute concrete sulla città.