La convention
FdI, Musumeci: «Manlio (Messina) ripensaci e torna nel partito. Il voto segreto all'Ars un’assoluta vergogna»
Con "Patrioti in Comune" una Catania caput mundi in cui si incrociano i destini di big, amministratori locali e simpatizzanti

Il motivetto nella giornata conclusiva di “Patrioti in Comune” è già una sintesi di quella che è stata la tre giorni catanese di Fratelli d’Italia. “Tra le vie di Catania - recita il jingle -cresce il battito del cuore di chi lavora, di chi sogna, di chi da il meglio ogni giorno. Una voce che chiama, una forza che sale, un futuro che nasce e che non vuole più aspettare...”.
Una Catania caput mundi in cui si incrociano i destini di big, amministratori locali e simpatizzanti. La scena, ieri, è stata tutta per lui: Nello Musumeci. Sul palco, stuzzicato dal collega Luca Ciliberti, il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare non le manda a dire. A cominciare dalla “questione” Manlio Messina. «È un discorso in famiglia, Manlio appartiene alla nostra storia. È cresciuto con noi, fa parte di questa comunità, ha compiuto una scelta presumo sofferta e dolorosa, così come per noi non è stato certamente un momento piacevole. Mi auguro personalmente che Manlio possa ripensarci (applausi) e che ci possa essere un ritorno nel partito». Quindi «Manlio, se ci stai seguendo...». E poi quella frase che non è passata inosservata alle orecchie dei più: «Salvo (Pogliese?) una stretta di mano non si nega ad alcuno...». E se dietro dietro a quella «emarginazione» di cui a luglio quando si è dimesso dal gruppo della Camera ha ha parlato Messina ci fosse il “fraterno” amico e senatore Pogliese?
Altro capitolo della giornata il voto segreto all’Ars che Musumeci bolla senza mezzi termini come una vergogna. «Quando io dicevo che è una norma feudale venivo considerato come quello intollerante che voleva togliere liberà alle opposizioni. Il voto segreto è la vergogna del primo Parlamento d’Europa e lo dico senza alcuna difficoltà. In una regione con un alto tasso di mafiosità, dove il confine tra politica e malaffare non è mai stato nitido e definito, consentire al parlamento di votare in maniera segreta significa piegare alla volontà di soggetti esterni la volontà del parlamento. È la cosa più indecorosa che si possa fare. Noi non siamo contro il voto segreto, ma ci sia per alcuni casi specifici e non per ogni atto da votare. Se si vuole esaltare il valore del parlamento che oggi è affidato a un uomo serio, benché giovane come il presidente Gaetano Galvagno io sono convinto che una cosa sia il contenitore altra cosa il contenuto. Un parlamento degno di questo nome non può che modificare il regolamento. Ma sapete perché non passa la modifica? Perché per votarla maggioranza e opposizione chiedono il voto segreto, siamo davvero al paradosso».
Su un’ipotetica ricandidatura alla presidenza della Regione, l’ex governatore declina l’invito e sottolinea: «FdI ha una classe dirigente vastissima. Persone di grande credibilità che hanno maturato sufficiente esperienza. Un partito che ha solamente l’imbarazzo della scelta per il possibile futuro presidente della Regione». E da qui l’endorsement al commissario regionale FdI Luca Sbarella: «Ha una grande esperienza, non è il proconsole romano mandato in Sicilia per servire gli interessi di Roma, ma al contrario è l’uomo di partito mandato in Sicilia per servire gli interessi di una terra malata di carestia d’amore». Dal canto suo Sbardella rivendica «l’armonia» del centrodestra in Sicilia, ma precisa come «questo non vuol dire rinunciare, fare passi indietro o mettere da parte le nostre idee, ideali e valori. Non siamo fuoco di paglia, tutti dovranno fare i conti con noi. Non pretendiamo di essere voraci nei confronti degli altri, ma il rispetto e gli spazi che meritiamo».
Grande assente, per impegni che lo hanno trattenuto a Roma, Ignazio La Russa. «So che state lavorando molto bene - ha detto il presidente del Senato in un video messaggio - e che c’è in tutti la volontà di fare passi avanti nel nome di Fratelli d’Italia e sotto la guida di Giorgia Meloni».