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Ragusa e l'Opera Pia Criscione Lupis, la maggioranza si astiene e il Pd chiede controlli più accurati sull'atto in questione

I consiglieri Calabrese, Podimani e Chiavola mettono in evidenza "le gravi criticità rispetto alla proposta presentata dal cda dell'Ipab"

Redazione Ragusa

28 Ottobre 2025, 15:25

Podimani, Calabrese e Chiavola

I consiglieri comunali Podimani, Calabrese e Chiavola

Il gruppo consiliare del Partito Democratico di Ragusa, composto da Peppe Calabrese (capogruppo), Mario Chiavola e Giuseppe Podimani, interviene sull’esito della seduta di ieri del Consiglio comunale dedicata alla modifica dello Statuto dell’Ipab “Opere Pie Riunite Eugenio Criscione Lupis, Carmelo Boscarino e Carmelo Moltisanti”, una delle istituzioni più antiche e rappresentative della tradizione caritatevole ragusana.

“Durante il dibattito in aula — dichiara Peppe Calabrese, capogruppo del Partito Democratico — abbiamo evidenziato le gravi criticità di un atto che di fatto trasforma una storica istituzione benefica in un soggetto di natura gestionale e patrimoniale, snaturandone la missione originaria. Il nuovo statuto proposto dal Consiglio di Amministrazione dell’Ipab elimina la priorità per i poveri e gli indigenti, riduce il ruolo delle componenti religiose che per decenni ne hanno garantito lo spirito solidale e affida ampi poteri al CdA in materia di assunzioni e incarichi, senza alcun riferimento a criteri di trasparenza o di evidenza pubblica”.

Si tratta, peraltro, di una proposta non di iniziativa del Comune, ma del Consiglio di Amministrazione dell’IPAB, sulla quale il Consiglio comunale era chiamato a esprimere soltanto un parere obbligatorio ma non vincolante. “Nonostante ciò — prosegue Calabrese — abbiamo ritenuto doveroso esercitare fino in fondo il nostro ruolo di controllo politico, presentando diversi emendamenti volti a correggere le storture più evidenti del nuovo statuto. Anche se non è stato possibile discuterli in Aula, poiché l’atto in esame non consentiva modifiche formali, gli emendamenti del Partito Democratico sono stati comunque registrati e acquisiti agli atti e saranno inviati a Palermo come osservazioni e suggerimenti a supporto del parere negativo espresso dal Consiglio comunale”.

“Abbiamo così ottenuto un risultato importante — continua Calabrese — perché le nostre argomentazioni hanno convinto la stessa maggioranza a non votare l’atto, determinando un’astensione che rappresenta un fatto politico rilevante. L’atto ha quindi ottenuto il voto contrario dei consiglieri del Partito Democratico e del consigliere di Ragusa Prossima, mentre la maggioranza si è astenuta. Di conseguenza, l’atto arriverà a Palermo con il parere negativo del Consiglio comunale di Ragusa”.

Durante la seduta è stato chiarito che alcune modifiche derivano da disposizioni regionali, ma altre sono scelte discrezionali del CdA. “Nonostante ciò — aggiunge Calabrese — nessuna parola è stata pronunciata dall’assessore ai Servizi Sociali che pure era presente in aula. Un silenzio grave, su una questione che riguarda direttamente le politiche sociali e la tutela delle persone fragili. È l’ennesima dimostrazione di un’amministrazione che non ha più una visione sociale, ma solo una gestione burocratica della città”.

Il capogruppo Pd sottolinea infine che l’astensione della maggioranza assume un significato politico ancora più evidente alla luce della nuova configurazione del governo cittadino: “Oggi Ragusa è amministrata da una maggioranza di centrodestra, dopo l’adesione del sindaco Peppe Cassì a Forza Italia, il partito del presidente della Regione Renato Schifani. Ed è proprio questa maggioranza di centrodestra ad essersi astenuta su un atto che riguarda la beneficenza pubblica e la solidarietà. Il risultato è che a Palermo arriverà un segnale chiaro: la città di Ragusa non condivide la direzione impressa all’Opera Pia Criscione Lupis”.

Calabrese conclude: “Il Partito Democratico continuerà a vigilare affinché il patrimonio e la missione originaria dell’Opera Pia restino al servizio dei più deboli e della comunità, come volevano i benefattori che ne hanno reso possibile l’esistenza”.