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le reazioni

«Salvini ministro inadeguato, Meloni minaccia Organi dello Stato», l'opposizione a gamba tesa dopo il no della Corte dei Conti

Da Barbagallo a Bonelli fino a Fratoianni parole durissime dopo l'attacco della premier e del ministro ai magistrati

Fabio Russello

29 Ottobre 2025, 21:16

23:30

«Salvini ministro inadeguato, Meloni minaccia Organi dello Stato», l'opposizione a gamba tesa dopo il no della Corte dei Conti alla delibera del Ponte

Angelo Bonelli

La decisione della Corte dei Conti di non ammettere al visto di legittimità la Delibera CIPESS n. 41/2025 sul Ponte sullo Stretto accende il confronto politico. Dall’opposizione piovono accuse di illegalità e propaganda contro il governo e il ministro Salvini, mentre dal fronte ambientalista e progressista si parla di minaccia alle istituzioni democratiche. Intanto a Messina si prepara una nuova manifestazione contro l’opera, fissata per il 29 novembre.

Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito politico dopo i rilievi della Commissione europea e, più recentemente, della Corte dei conti. A denunciarne il fallimento è il presidente del M5S, Giuseppe Conte, che accusa il governo di violazioni normative e di gravi carenze progettuali e ambientali, puntando il dito contro Giorgia Meloni e Matteo Salvini. “Il progetto del ponte sullo Stretto è miseramente fallito. Sotterrato dai rilievi della Commissione europea, prima, e adesso anche della Corte dei conti. L’avevamo già denunciato: viola norme europee e interne, procedurali e ambientali. Meloni e Salvini sono già usciti per mettere le mani avanti: tutta colpa dei giudici, brutti e cattivi. Ma, in realtà, quanti danni stanno facendo grazie alla loro incapacità? Hanno ripresentato un vecchio progetto che prevedeva un project finance, che oggi è diventato un appalto che costa più di 5 volte la spesa originaria e volevano aggirare le norme europee sulle gare pubbliche. Per non parlare delle evidenti carenze progettuali e ambientali.”

Oggi, con quest’ultima figuraccia, mettiamo la parola fine alla telenovela sul ‘carrozzone’ del Ponte sullo Stretto da 13,5 miliardi”. Conte chiede le dimissioni del vicepremier e ministro delle Infrastrutture: “Al ministro Salvini non resta che assumersi le proprie responsabilità: si dimetta per aver turlupinato i cittadini italiani. E Giorgia Meloni faccia mea culpa anche lei, e prenda quei soldi del Ponte, ci aggiunga il miliardo buttato nei centri deserti in Albania, e li metta tutti in legge di bilancio a favore di cittadini e imprese, schiacciati dal carovita e dall’inflazione.

M5S, le misure le abbiamo già presentate: aumento della no-tax area e dell’assegno unico per i figli, ritorno a Transizione 4.0. La smettano con la “guerra santa” a giudici e controllori. Che questa volta sono capitati male, prima della Corte dei Conti c’è stato l’alt della Commissione europea. La smettano di porsi al di sopra della legge e di continuare a sfidare giudici e controllori esibendo l’arrogante protervia del potere. Dovrebbero preoccuparsi piuttosto dei propri limiti, invece di cercare nemici e complotti ovunque.


L’attacco di Anthony Barbagallo (PD)

«La decisione della Corte dei Conti di non ammettere al visto di legittimità la Delibera CIPESS n. 41/2025 sul progetto del Ponte sullo Stretto è uno schiaffo in faccia a Salvini e un segnale chiarissimo che il Governo non può ignorare. Le irregolarità segnalate da istituzioni, esperti e territori sono numerose, e ora anche la magistratura contabile solleva seri dubbi di legittimità. È inaccettabile che un’opera di tale portata prosegua nonostante i rilievi formali e sostanziali che continuano a emergere.»

«Ci appelliamo al giuramento di fedeltà alla Repubblica e alle sue leggi, che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i suoi ministri hanno solennemente prestato: non è tollerabile che un governo che si definisce “patriota” ignori i vincoli di legalità e trasparenza sanciti dalla Costituzione

Così Anthony Barbagallo, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Trasporti alla Camera, che conclude: «È un sonoro schiaffo a Salvini, il governo si fermi».


Le parole di Nicola Fratoianni (AVS)

«La rabbia e il livore con cui la Presidente del Consiglio, il ministro Salvini e vari esponenti della destra stanno reagendo alla decisione dei magistrati della Corte dei Conti sul progetto del Ponte sullo Stretto mostrano ancora una volta la loro scarsa considerazione per le regole e per la trasparenza

È quanto dichiara Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra, commentando le tensioni politiche seguite alla pronuncia della magistratura contabile.


Il corteo No Ponte del 29 novembre


Sabato 29 novembre, Messina ospiterà un grande corteo contro il Ponte sullo Stretto, organizzato dal «Comitato corteo No Ponte 29 novembre». Il raggruppamento unisce i movimenti «No Ponte - Capo Peloro» e «Invece del Ponte», lo «Spazio No Ponte», la Cgil, il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra Italiana e altre associazioni locali e nazionali.

La manifestazione inizierà alle ore 14, con partenza da piazza Castronovo e arrivo in piazza Duomo. L’evento verrà presentato ufficialmente domani alle 11.30, durante una conferenza stampa nella sala Caponnetto del Comune di Messina.


Bonelli: “Una minaccia agli organi dello Stato”

«Le parole della Presidente Meloni sulla decisione della Corte dei Conti sono di una gravità inaudita: si tratta di una vera e propria minaccia agli organi costituzionali dello Stato, un colpo inferto alla democrazia.

La Presidente ha minacciato organi dello Stato solo perché non obbedienti al volere del governo, che invece dovrebbe rispettare le leggi e le direttive europee, cosa che non è avvenuta.»

Lo afferma in una nota Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra nonché co-portavoce di Europa Verde.


Catanzaro: “Ora Schifani spieghi dov’è finito il denaro dei siciliani”

«La decisione della Corte dei Conti, al di là dell’utilità dell’infrastruttura, mette in luce l’inadeguatezza del ministro Salvini, che finora ha prodotto soltanto propaganda. Bisognerà ora valutare gli effetti di questa scelta sulle finanze della Regione Siciliana, poiché il presidente Renato Schifani aveva deciso di cofinanziare il progetto con oltre un miliardo di euro provenienti dai cittadini siciliani, per puro opportunismo politico.

Risorse che, come sosteniamo da tempo, avrebbero potuto essere destinate a ospedali, scuole e infrastrutture regionali. Schifani spieghi adesso che fine faranno quei soldi.»

Così Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana.