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La storia

Due anni di attesa e l'anticipo versato, ma le bici non arrivano

Nel 2022 il Comune, dopo una gara, affida il servizio di bike sharing per quasi 580 mila euro Ma verranno installate solo le rastrelliere: l’azienda nel frattempo è finita in liquidazione. Contratto rescisso

08 Novembre 2025, 10:38

Due anni di attesa e l'anticipo versato, ma le bici non arrivano

Ci sono le rastrelliere ma non le biciclette del servizio di bike sharing, perché la ditta che avrebbe dovuto installarle prima ha preso tempo e poi è andata in liquidazione.

La storia emerge dalla richiesta di recesso decretata dal Comune e inizia nel 2022, quando nell'ambito del progetto Smart Panormus viene bandita una gara per la fornitura di biciclette e parcheggi per un servizio di bike sharing, da finanziare con fondi Po Fesr 2014-2020 per lo sviluppo urbano sostenibile. Le bici si sarebbero aggiunte al servizio già oggi gestito da Amat.

A vincere la gara nel settembre 2022 è la ditta Apptech, che ha sede nel bergamasco e vince con un ribasso del 27% sulla base d'asta e una cifra di 578 mila euro, di cui 571 per forniture di materiali. Due mesi dopo l'azienda e il Comune firmano un contratto per la fornitura di 128 bici a pedalata assistita e di 22 ciclostazioni per parcheggiarle. Somma totale: 420 mila euro, di cui 149 mila anticipati alla Apptech tre giorni dopo la firma del contratto.

Sei mesi dopo, nel maggio 2023, il Comune scrive una nota in cui chiede all'azienda di consegnare il sistema di bike sharing entro i primi di giugno, ma Apptech risponde di avere difficoltà a reperire i materiali. Palazzo delle Aquile concede una proroga con tempo fino al 31 luglio per l'installazione delle ciclostazioni e fino al 15 settembre per la consegna delle biciclette, che però non appaiono, costringendo l'amministrazione a una prima diffida in cui chiede all'azienda di installare quanto previsto dal contratto entro quindici giorni. Ovvero i primi di ottobre 2023, quando il direttore dell'esecuzione del contratto fa un'ispezione e scrive che sono state installate le 22 ciclostazioni ma mancano i sistemi di aggancio, le strumentazioni elettroniche, la grafica e il sistema software. Oltre, ovviamente, a tutte le biciclette.

La società chiede altri cinque mesi di tempo per reperire le bici ma il Comune risponde che non è possibile, dato che i tempi sono scaduti e un'altra proroga non rispetterebbe l'obbligo per l'amministrazione di rendicontare le somme spese nel Po Fesr entro il 31 dicembre 2023. Le bici però non ci sono e arriva il 2024. L’amministrazione comunale chiede una mano al Dipartimento regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, a cui fa domanda di ricevere il finanziamento da un'altra fonte. E un anno dopo in effetti i finanziamenti arrivano: siamo ai primi di gennaio 2025 e con un decreto la Regione decide di “riproteggere” il progetto Smart Panormus con fondi del Poc - programma operativo dello stesso Po Fesr.

Appena due mesi dopo però arriva un'altra tegola: il Comune scopre che la Apptech è in liquidazione giudiziale e chiede al liquidatore di subentrare nell'appalto per le biciclette, ricevendo un rifiuto. A questo punto la possibilità è solo quella di rescindere il contratto, ma resta aperta la questione dei 149 mila euro già anticipati ad Apptech.

L'installazione delle 22 ciclostazioni aveva comportato la spesa di 108 mila euro, e dunque il Comune dunque ha chiesto di riscuotere le due fideiussioni depositate dall'azienda in occasione della firma del contratto, una da 73 mila euro versate come cauzione e l'altra da 41 mila euro, ovvero la differenza tra l'anticipo e i lavori effettivamente fatti. Il Comune attiverà poi le procedure per continuare i lavori, anche coinvolgendo gli altri partecipanti alla gara d'appalto per le biciclette.