L'intervista
Messina, il sindaco: «Conti in ordine e città più viva. Già mi sono ricandidato»
Basile traccia un bilancio dei suoi primi tre anni di mandato. E affronta anche la questione Ponte.
«Più verde, più servizi. Abbiamo messo la città in condizione di esprimersi», ne è certo Federico Basile, sindaco, della città del Ponte sullo Stretto. Lo si incontra per la seconda volta nelle stanze di Palazzo Zanca. E dopo più di 3 anni di sindacatura, lo si nota di certo più acclimatato. Pronto su ogni risposta e velocissimo. Il tempo per chi amministra la terza città più grande della Sicilia stringe. Ma si concede per un botta e risposta scattante ma non breve.
Dopo più di tre anni può fare un bilancio?
«Partiamo dal fatto che nel 2018 il comune aveva gravi problemi finanziari».
Lei parte dal 2018, ma è sindaco solo dal 2022, prima c'era Cateno De Luca (che è nella stanza accanto mentre parliamo).
«Il mio mandato è in continuità rispetto al programma elettorale di De Luca, senza dubbio. D'altronde nel 2018 ero presidente dei revisori dei conti, poi esperto di De Luca su materie finanziarie, poi ancora direttore generale».
E quindi adesso è tutto risanato?
«Abbiamo rimodulato il piano di riequilibrio del 2013 e la Corte dei conti, dopo 10 anni, ha finalmente espresso parere favorevole. Avevamo da 550 milioni, ad oggi, dati di dicembre '25, restano debiti da pagare per circa 18 milioni, quindi stiamo pagando tutto, e sono debiti che hanno fatto altri».
Ci sono consiglieri comunali che hanno lanciato l'allarme sul Salva Colline, sul comune pende il giudizio sul ricorso di chi doveva essere retribuito per avere rinunciato ad edificare. Sono soldi che potrebbero pesare sul bilancio?
«Tenendo presente che ce ne sono tanti di “salva colline”, il comune non solo ha pagato debiti certi ed esigibili, ma ha anche messo da parte 50 milioni di euro per fare fronte a eventuali problemi di situazioni potenziali come questa».
Siete sereni, quindi?
«Certo. Un comune che ha i conti in regola può programmare meglio, spendere meglio e guardare meglio quello che ha davanti».
E cosa c'è davanti?
«Una serie di opere infrastrutturali pensate anni fa ma mai portate a compimento come la via Don Blasco, la strada che va dal cavalcavia fino alla zona sud. Un'arteria della città progettata 30 anni fa e che a marzo '26 apriremo per intero».
Molti cittadini lamentano che la città è un grande cantiere a cielo aperto.
«Per tanti anni la città è stata ferma, attivare tutte queste cantierizzazioni ha dato una scossa. Ma parliamo di opere necessarie».
Quali, per esempio?
«Abbiamo 27 milioni di euro per rifare la rete idrica, stiamo iniziando dal famoso quartiere Lombardo, per poi proseguire in tutta la città».
La programmazione di lavori in città entra in conflitto col Ponte?
«Fino a due anni fa il Ponte non era nemmeno nell’agenda nazionale. Oggi stiamo chiudendo progetti - come la via Don Blasco, pensata trent’anni fa - che dimostrano quanto sia evidente che i Comuni lavorano su tempi e pianificazioni completamente diversi. Detto questo, difendo il territorio con gli strumenti che ho. Se l'opera va avanti, devo chiedere quello che ho chiesto. Vuoi fare il ponte? Allora dammi 60 milioni così continuo la rete idrica, o altri soldi e continuo la Panoramica. Non è un momento in cui si può ragionare in maniera ideologica».
Ci sono una serie di lavoratori a tempo: un bacino elettorale, vi contestano dalle opposizioni.
«Abbiamo stabilizzato 500 persone che erano legate dalle cooperative che staccavano a giugno e riprendevano a settembre. Abbiamo assunto 300 nuovi autisti in Atm. I lavoratori stagionali o i lavoratori interinali riguardano solamente le sostituzioni temporali. Ma non è un modo di creare nuovi precari. Poi se l'Atm ha per 3 mesi da programmi ferie e malattie io non posso lasciare c'è il servizio scoperto, devo attingere ai lavoratori interinali per forza».
Secondo molti però il bilancio è meno positivo di quel che dite: la differenziata per esempio, va bene in centro ma non altrove.
«Non è vero, abbiamo iniziato proprio dai villaggi che sono meglio del centro perché sono parcellizzati. Siamo arrivati al 61 per cento di raccolta differenziata e usiamo impianti di smaltimento di prossimità, il 23 per cento di quel 61 ce lo facciamo in casa. Un altro servizio che abbiamo reso efficiente è quello del trasporto pubblico».
Qualcun altro lamenta, però, che avete abbandonato il trasporto privato e con questo i commercianti.
«A marzo abbiamo presentato un piano di 25 milioni, soldi divisi in varie misure. Di questi, 5 milioni li abbiamo messo in campo con l'avviso di luglio e proprio ieri sono uscite le graduatorie provvisorie, con soldi da dare in mano a chi apre una nuova attività o a chi ammoderna la propria. I commercianti non pagheranno l'acqua e la Tari è stata ridotta del 15 per cento».
Ma Imu e Tari restano alte.
«L'Imu era al massimo nel 2013, continua ad essere alta ma ci siamo impegnati ad abbassarla quando usciremo dal piano di riequilibrio. La Tari, invece, l'anno scorso l'abbiamo abbassata del 33%».
Stiamo per andare ad elezioni anticipate?
«Andremo a elezioni nel 2027, a fine mandato».
Eppure Cateno De Luca presenta già liste e candidati.
«De Luca comincia le campagne elettorali sempre in questi tempi. Detto questo, il panorama politico regionale è tutt'altro che sereno. E noi siamo pronti nella consapevolezza che stiamo amministrando bene».
Si ricandida?
«Mi sono già ricandidato».
Quindi siamo già in campagna elettorale.
«Noi siamo sempre in campagna elettorale».