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la lettera

Schifani: «Siciliacque nessuna responsabilità a carico della Regione»

Renato Schifani

23 Novembre 2025, 22:46

24 Novembre 2025, 07:10

Renato Schifani

Renato Schifani

Dal presidente della Regione, Renato Schifani, riceviamo e pubblichiamo.

Gentile Direttore,
desidero esprimerLe il mio stupore nel leggere una ricostruzione dei fatti che rischia di attribuire alla Regione responsabilità che competono in modo chiaro ai Comuni e agli enti gestori locali. Mi riferisco all'articolo sull'emergenza idrica nell'Agrigentino, pubblicato oggi dal suo giornale con un ampio richiamo in prima pagina.

È inaccettabile che le gravi morosità accumulate, negli anni, dai Comuni nei confronti di Siciliacque - debiti per decine di milioni di euro mai saldati dall'Aica di Agrigento e, prima ancora, dal precedente gestore - vengano oggi presentate come una criticità imputabile all'amministrazione regionale, con il rischio di poter scatenare un pericoloso odio sociale nei confronti del mio governo, soprattutto da parte dei sempre più numerosi "leoni da tastiera".

La Regione, al contrario, ha più volte garantito continuità del servizio idrico e sostenuto investimenti significativi, pur trovandosi davanti a situazioni debitorie che non ha creato, né può farsi carico di sanare. Sarebbe ingiusto, fuorviante e soprattutto scorretto scaricare su di noi la responsabilità di disservizi che traggono origine da comportamenti omissivi di altri, come pure da una rete idrica vetusta e quindi con un tasso di dispersione tra i più elevati d’Italia. Rete cittadina per la quale, comunque, il mio governo è intervenuto stanziando quasi 40 milioni di euro e i cui lavori per il totale rifacimento sono in corso da mesi.

È esattamente la persistente mancanza di regolarità nei pagamenti da parte dei Comuni e di Aica, quale gestore unico del servizio idrico integrato in provincia di Agrigento, a generare le attuali tensioni finanziarie e operative. La riduzione dell’erogazione idrica paventata da Siciliacque, misura prevista dalla normativa e conseguenza diretta dell’enorme esposizione economica accumulata, dovrebbe spingere tutte le amministrazioni coinvolte a un’assunzione immediata di responsabilità.

Non può essere la Regione a farsi carico delle scelte non compiute o delle gestioni non corrette che negli anni hanno aggravato il problema. Avevamo anche proposto ad Aica la creazione di un fondo di rotazione ad hoc di 20 milioni di euro per far fronte, nell'immediato, a saldare parte di questi debiti. Ma i Comuni hanno preferito rinunciare perché avrebbero voluto un finanziamento a fondo perduto. Un percorso non praticabile perché istituzionalmente diseducativo nei confronti di tutti gli enti che hanno sempre pagato.

Sarebbe bastata una semplice e rapida verifica, da parte del giornalista, per evitare di scrivere una notizia inesatta. Abbiamo salutato con piacere lo sbarco della vostra testata fuori dalla Sicilia, ma se di questa Regione si rappresenta sempre una situazione emergenziale magari per fini commerciali, la si danneggia gravemente.

Auspichiamo, pertanto, che il dibattito pubblico torni a basarsi su una ricostruzione dei fatti chiara, corretta e non strumentale, e in questo i giornali hanno un ruolo fondamentale, e che ciascuna istituzione si assuma le proprie responsabilità con trasparenza e senso del dovere, nell’interesse primario dei cittadini e della continuità del servizio idrico.

Il presidente Schifani replica a un articolo che spiega, con atti e fatti, perché l'intera provincia di Agrigento, con i suoi 408mila abitanti, rischia di vedersi ridurre l'erogazione di acqua a 50 litri per cittadino, il minimo vitale previsto dalla normativa, ma comunque insufficiente per una turnazione dignitosa. Sorvolando sui «fini commerciali» della linea editoriale e ringraziando per l’attenzione alla diffusione del nostro giornale a Roma e Milano, risulta chiara nell'articolo la matrice del debito da 22 milioni di euro legata esclusivamente alla morosità dei Comuni agrigentini e dell'Azienda idrica locale. Nessuno ha attribuito responsabilità alla Regione, chiamata in causa piuttosto dalla sua partecipata Siciliacque a dare «un indirizzo politico», considerati gli scenari delicati che rischiano di materializzarsi. Si prende infine atto della notizia fornita dal presidente Schifani: la proposta, rifiutata dai sindaci agrigentini, di «un fondo di rotazione» da 20 milioni per saldare parte dei debiti di Aica.