Politica
Leontini nomina tre assessori per tenere viva Ispica: cantieri, welfare e cultura al centro
L'obiettivo è garantire continuità fino al 16 dicembre quando ci sarà la decisione definitiva del Tar sulla mozione di sfiducia
Il sindaco Innocenzo Leontini
In attesa del pronunciamento definitivo sulla mozione di sfiducia fissato per il 16 dicembre, a Ispica il sindaco Innocenzo Leontini ha nominato tre nuovi assessori – Massimo Dibenedetto, Ketty Roccasalva e Tonino Cafisi – con l’obiettivo dichiarato di garantire continuità istituzionale e operatività amministrativa.
La nuova squadra è stata presentata come parziale e provvisoria, concepita per non lasciare l’ente in stallo fino alla data del giudizio e per assicurare gli adempimenti urgenti. In caso di esito favorevole al primo cittadino, è prevista l’assegnazione delle deleghe in via definitiva. Tra le priorità indicate rientrano le variazioni di bilancio per non perdere risorse, l’attuazione di misure di welfare già approvate in Consiglio (pagamenti e assistenza ai soggetti più fragili), l’erogazione dei buoni libro a famiglie e fornitori e la definizione del cartellone natalizio ormai in fase avanzata.
Sul piano politico, Leontini ha qualificato l’anno come turbolento, segnato da due mozioni di sfiducia; confida che la camera di consiglio confermi la decisione del presidente per consentire alla Giunta di concludere il mandato. Sotto il profilo amministrativo, il primo cittadino rivendica la necessità di chiudere cantieri e consegnare opere: il restauro dell’ex palazzo della pretura, destinato a casa della cultura, della musica e dei giovani; la rifunzionalizzazione dell’ex sede del Liceo linguistico come ampliamento della biblioteca e spazio di rappresentanza con sala conferenze; il progetto di valorizzazione della via dei laghetti; l’inaugurazione del museo nato dalla trasformazione dell’ex macello, per il quale si attende soltanto il via libera della Soprintendenza.
Quanto al futuro, il sindaco lega le scelte alla riaggregazione del centrodestra, ricordando che la consiliatura era nata su basi civiche e che, strada facendo, le forze sono rientrate nell’alveo dei partiti. Un’eventuale ricandidatura viene rimessa alle decisioni degli stessi partiti.