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Spalletti ha firmato: è il nuovo allenatore della Juve

Contratto fino a giugno, dal Napoli alla Nazionale: tutte le squadra di Luciano

Redazione La Sicilia

30 Ottobre 2025, 18:34

18:47

Spalletti ha firmato: è il nuovo allenatore della Juve

Luciano Spalletti

La Juventus ha ufficializzato la nomina di Luciano Spalletti alla guida tecnica della prima squadra. Il tecnico toscano ha sottoscritto un contratto fino al 30 giugno 2026

Novello Cincinnato, Spalletti lascia simbolicamente l’aratro per tornare sui prati del calcio: dai filari di vigna e olivo ai campi di allenamento. Per un po’ avrà meno tempo da dedicare alla sua amata “La Rimessà”, azienda agricola e agriturismo in Toscana, rifugio dopo la grande delusione in azzurro.

Il 9 giugno, in un caso senza precedenti per la Nazionale, a Reggio Emilia si era seduto – pur essendo già stato esonerato – sulla panchina dell’Italia, vittoriosa 2-0 sulla Moldova nelle qualificazioni al Mondiale 2026, percorso compromesso dalla rovinosa sconfitta in Norvegia pochi giorni prima. Quella vittoria amara è stata il suo congedo, al termine di un’avventura durata meno di due anni, chiusa con un bilancio di 12 successi, 6 pareggi e 6 sconfitte.

Il distacco dall’azzurro resta una ferita difficile da riassorbire per l’allenatore di Certaldo, per il quale la Nazionale avrebbe potuto rappresentare l’apice di una carriera oltre le mille panchine. «Quello che non sono riuscito a fare rimane un dolore immenso, ma devo subirlo. Non voglio sconti - diceva solo una settimana fa -, me lo inietto da solo il veleno, se serve. Nessuno mi ha cercato, ma sono disponibile a parlare con tutti».

La prima a bussare è stata la Juventus, in crisi di risultati e alla ricerca di una guida esperta, carismatica e vincente, con credenziali maturate in Italia e all’estero. Lo scudetto, inatteso, conquistato con il Napoli è l’ultimo sigillo del suo percorso.

Sessantasei anni compiuti a marzo, Spalletti predilige il 4-3-3, spesso mutato in 4-2-3-1: il sistema, tuttavia, non è un dogma. I suoi principi si fondano su dinamismo, ampiezza sulle corsie, pressing alto e possesso palla.

Da centrocampista, è cresciuto nelle giovanili di Fiorentina e Cuoiopelli, approdando tra i dilettanti al Castelfiorentino nel 1982. Il professionismo è iniziato nel 1985 con l’Entella Bacezza, quindi Spezia e Viareggio, per chiudere la carriera nell’Empoli nel 1993.

Proprio a Empoli ha esordito in panchina, guidando il club toscano fino al 1998 in una scalata dalla C alla Serie A. Seguono Sampdoria – esperienza conclusa con la retrocessione – e poi Venezia, Ancona e Udinese, con fortune alterne.

Dopo un triennio di rilievo in Friuli, nel 2005 arriva la chiamata della Roma: il biglietto da visita sono 11 successi consecutivi in campionato. I giallorossi raggiungono la finale di Coppa Italia, persa con l’Inter, ma si prendono la rivincita l’anno dopo, conquistando il trofeo, cui si aggiunge la Supercoppa Italiana, ancora contro i nerazzurri. L’avventura capitolina si chiude nel settembre 2009 con le dimissioni.

Lo attende lo Zenit San Pietroburgo, dove in cinque stagioni mette in bacheca due campionati, una Coppa di Russia e una Supercoppa.

A gennaio 2016 torna alla Roma al posto dell’esonerato Rudi Garcia: un biennio positivo nei risultati (terzo e secondo posto) ma offuscato dagli attriti con Francesco Totti.

Quindi l’Inter, ricondotta in Champions League dopo sette anni e due quarti posti consecutivi. Archiviati due anni sabbatici, abbraccia il Napoli e firma la splendida cavalcata del 2022-23. «Non lascio perché ho smesso di amare, ma perché ho dato tutto», il commiato ai partenopei. Lo stesso livello di dedizione che, da oggi, gli chiede la Juventus.