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Esclusiva

L'intervista al difensore Andrea Allegretto: «A Catania siamo tutti titolarissimi, anche se giochiamo un solo minuto»

«La prima volta da titolare? Sono rimasto sereno e concentrato dopo un ripasso con il tecnico e i consigli dei compagni»

Giovanni Finocchiaro

25 Novembre 2025, 08:54

10:33

L'intervista al difensore Andrea Allegretto: «A Catania siamo tutti titolarissimi, anche se giochiamo un solo minuto»

Andrea Allegretto (Foto di Catania Football Club)

Il cognome ideale accostato a una giornata perfetta: esordio da titolare con la maglia del Catania, vittoria, zero gol subiti, nessun errore. Andrea Allegretto il giorno dopo il match con il Latina si racconta con un pudore che stupisce. Il colloquio in esclusiva con il nostro giornale dopo l'allenamento del lunedì mattina diventa, per il difensore schierato da Toscano a destra per l'emergenza piena, un inno per la squadra e mai per la singola persona.

Andrea, in questa stagione aveva giocato per 32 minuti distribuiti in quattro partite. Col Latina ha disputato l'intera sfida.
«Sulla destra mi sono trovato bene perché in settimana con il tecnico ho provato i movimenti, tutte le soluzioni in uscita e quelle in fase di non possesso. I compagni come sempre sono stati bravi ad aiutarmi».

Che sensazioni ha provato subito dopo la fine del match?
«Restano, anche a distanza di 24 ore, le sensazioni dell'affetto che i tifosi del Massimino hanno riservato alla squadra».

E i compagni hanno sottolineato la sua prova. Corbari in sala interviste - come abbiamo titolato sul nostro giornale nell’edizione del lunedì - ha esaltato la sua prestazione.
«Anche "Corba", come gli altri compagni, è un ragazzo splendido. Lo ringrazio per le parole che ha speso nei miei confronti. Cerco di dare sempre il massimo per esserci. Che giochi o meno mi alleno sempre per dare il meglio, per imparare, per crescere».

Durante il ritiro era considerato in partenza. Alla fine del mercato è rimasto in rossazzurro.
«Ero arrivato a metà della stagione passata, non volevo lasciare il lavoro a metà».

E, infatti aveva chiesto, durante le operazioni in entrata e in uscita, di rimanere a Catania anche a costo di giocare un solo minuto. Anche uno solo. Alla fine domenica ne ha accumulati 90.
«Catania non è una piazza qualsiasi. Cercavo la possibilità di giocarmi una carta fondamentale anche per la mia carriera. Ribadisco, non volevo mollare la presa dopo sei mesi e andare via così».

Sui social ha "festeggiato" la sua conferma con una frase significativa.
«Il messaggio era semplice: c’ero e ci sono. Ci sarà sempre».

L'occasione è arrivata contro il Latina.
«Spero di avere altre opportunità. Cercherò sempre momenti come quelli vissuti domenica allo stadio».

Ci racconti le emozioni vissute in settimana e prima della gara.
«Sono un ragazzo sereno, in Serie C ho disputato parecchie gare. Conoscevo molti degli avversari, ho giocato contro i laziali in altre occasioni. Ho fatto leva sul gruppo, mi sono allenato come sempre».

Zero emozioni, dunque?
«In partita sì. Prima della gara quando c’è stato l’ingresso in campo le emozioni si provano sempre. Le curve, gli altri settori a sostegno, le coreografie. Quando poi l'arbitro fischia si pensa solo a giocare con i movimenti da fare in campo. Certo, a fine partita i complimenti dei tifosi gratificano sia chi ha giocato, sia chi fa parte del gruppo».

In tribuna ad applaudirvi c'era anche il presidente Pelligra.
«Ogni gara la vogliamo vincere, ma la presenza del patron ci ha dato una motivazione in più per regalare la vittoria a lui. Diciamo che è stato un piccolo pensiero pochi giorni dopo il compleanno».

La squadra è unita, tutti danno sempre qualcosa, ma se deve citare un compagno da cui riceve consigli? Faccia un nome.
«Condivido la camera, durante i ritiri, con Celli. Copriamo lo stesso ruolo, non è facile rapportarsi con un "concorrente", invece la forza nostra è palese: ci aiutiamo a vicenda. Lui chiede consigli a me nonostante sia più rodato e soprattutto io a lui».

Ci racconti un intervento complicato che ha dovuto affrontare durante l'ultima gara.
«Nel primo tempo una diagonale di rientro a sinistra anticipando Di Giovannantonio che cercava la profondità».

Sabato la trasferta di Picerno, luogo a lei famigliare.
«Ho giocato in Basilicata per quattro stagioni e mezza. Sarà una bella emozione ritrovare gli ex compagni. Conosco l'ambiente, sarà una gara impegnativa e daremo sempre il massimo. Queste sono le prove da sostenere per continuare a lottare per rimanere al vertice».

Picerno, dunque, è stata una tappa importante della sua carriera.
«Sono arrivato in squadra dopo il Covid, il club era retrocesso in D. A settembre non ero al top della forma, i dirigenti hanno creduto in me e ho conquisto il posto da titolare, vinto i play off di D, ho giocato tanto anche in Serie C. A 20 anni non era scontato».

In casa non avete beccato gol nelle otto gare giocate in casa. Chiunque vada in campo il risultato non cambia.
«L’atteggiamento è uguale anche fuori casa. Cerchiamo di vincere sempre. Poi è anche vero che in casa l’aiuto del Massimino incide ma la concentrazione è sempre quella. Per un difensore è sempre bello vincere anche 1-0 e non beccare reti».

Cicerelli, brutalizzato in campo, ha trascorso accanto a voi un lunedì mattina non certo felice per lui.
«Atleti come “Cice” bisogna tutelarli. Non voglio entrare nei meriti delle decisioni arbitrali, spero solo che Emmanuele possa riprendersi presto».