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IL COMMENTO

Le tappe dolomitiche di Spalletti che ora ha davvero un calendario per scalare la classifica

Dopo l’apprendistato e qualche boccone amaro, ci sono nitide avvisaglie di svolta. Il ritorno di Bremer metterà cemento armato sulle pareti di Luciano

Alfredo Pedullà

21 Dicembre 2025, 21:50

Le tappe dolomitiche di Spalletti che ora ha davvero un calendario per scalare la classifica

Luciano Spalletti aveva tre tappe dolomitiche nel giro di pochi giorni: Napoli, Bologna e Roma. A casa di Antonio Conte è rimasto sui pedali, facendosi staccare proprio quando aveva recuperato la partita e pensava di poter affrontare la discesa senza intoppi. Ma gli ultimi due indizi sono una prova: bene a Bologna, molto bene anche contro Gasperini, considerazioni che vanno oltre le vittorie che hanno migliorato la classifica. La Juve sta crescendo, Spalletti si è preso l’anima della squadra e lo si capisce dallo sbattimento di Openda e Yildiz bravissimi a sacrificarsi nella fase di non possesso. Spalletti aveva un quiz da risolvere, molto complicato: entrare in corsa e incidere, non proprio una specialità della casa.

Dopo l’apprendistato e qualche boccone amaro, ci sono nitide avvisaglie di svolta. Il ritorno di Bremer metterà cemento armato sulle pareti di Luciano, sta nascendo un concetto di squadra che ha avuto sempre la precedenza nella filosofia di un allenatore esigente, pignolo e visionario.

La domanda è: la Juve può lottare per qualcosa in più di un semplice ma fondamentale posto Champions? I problemi delle rivali impongono la necessità di non chiudere la porta a qualsiasi tipo di ambizione. Certo, sarebbe meglio se lo aiutassero sul mercato con un paio di innesti tra fasce difensive e centrocampo. Ma le prossime cinque partite, con gli impegni europei lontani, possono consentire un proficuo assestamento (un pieno di punti) per scalare la classifica e lasciare alle spalle paturnie e dubbi.

Il mercato deve essere una ciambella di salvataggio per risarcire gli allenatori che sono stati traditi la scorsa estate. Ogni riferimento a Gian Piero Gasperini non è puramente causale: la Roma di Torino è stata dai “sei e mezzo” nel primo tempo, ma avrebbe potuto attaccare fino all’eternità senza un minimo riscontro. A Gasp devono dare due attaccanti senza aspettare gli ultimi giorni di trattative, ha chiesto Raspadori e Zirkzee, confida di averne almeno uno (magari Jack) per uscire dall’imbarazzo di una situazione che avrebbero dovuto sistemare mesi fa.

Ma c’è chi stava peggio e ha preso un po’ di ossigeno, la Fiorentina che ha vinto per la prima volta dopo 16 giornate - pokerissimo sulla pelle dell’Udinese - riprendendo quel minimo di colorito necessario per non affogare. Importante che si sia sbloccato Kean con una doppietta, intanto la società pensa alla svolta con Fabio Paratici nella stanza dei bottoni, siamo ai dettagli. Sarà vietato sbagliare, ma senza un sorriso quasi a fine dicembre le tenebre avrebbero lasciato spazio alla rassegnazione.

Ora la finale di Supercoppa italiana. Vincenzo Italiano avrà una via di Bologna in suo onore se dovesse portare il secondo trofeo in città nel giro di pochi mesi. È giusto che a giocarsi il titolo siano le squadre che tecnicamente avevano trionfato nella scorsa stagione, l’allargamento del format piace solo per il business.

Certo che è strano: la crisi del Napoli era nata a Bologna quando Conte aveva detto che non avrebbe accompagnato un “morto”. Nessuna occasione migliore più di questa per consumare una rivincita e per lasciarsi tutto alle spalle. La stagione è lunghissima, ma se arricchisci la bacheca prima del 2026 in arrivo nessuno ti dirà che hai fatto un errore.